"Il turismo è un settore strategico per la Puglia che ha usufruito di ingenti finanziamenti pubblici, oltre 75 milioni di euro nei sette anni di pianificazione dei fondi comunitari in Puglia e altri 270 sono spesi dalla Regione per promozione, eventi culturali, ambienti naturali". Lo ha detto il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, nel suo intervento alla conferenza sul turismo in corso d'Italia. "Ad oggi - ha spiegato - la Puglia è la nona regione italiana per numero di visitatori di musei, monumenti e aree archeologiche, dal turismo si generano 6 miliardi di Pil, quasi il 10% del totale, con un’incidenza doppia rispetto alla media stagionale, ma permangono profonde contraddizioni".
Gesmundo ha quindi proseguito: "Non è possibile che a fronte di ottomila strutture ricettive e diecimila della ristorazione, gli addetti, compresi quelli stagionali, ammontino a sole 50 mila unità. C’è qualcosa che non va, e si chiama lavoro nero. Parliamo di un settore che necessita sin da subito di una forte programmazione con una governance regionale e nazionale che deve darsi alcune priorità fondamentali: bisogna salvaguardare l’ambiente, minacciato dall’erosione costiera e dalla xylella, bisogna digitalizzare, mettere a punto un sistema di servizi e infrastrutture – in Salento non vi sono autostrade e la rete ferroviaria è marginale -, vanno normate le strutture che operano sulle piattaforme online come AirB&B affinché contribuiscano alla fiscalità, si deve lavorare sulla destagionalizzazione investendo sul turismo convegnistico, sull’arte, sull’ambiente e sulla cultura".
"Il tutto tenendo sempre al centro la qualità del lavoro, come abbiamo voluto sottolineare con la campagna 'Ok Lavoro' lanciata dalla Cgil pugliese per certificare le imprese che rispettano i diritti e i contratti dei propri operatori, la cui professionalità, adeguatamente formata, deve essere quel valore fondante su cui costruire un turismo all’avanguardia e sconfiggere quelle logiche di sfruttamento e compressione di diritti e salari e ricorso a lavoro illegale, prevalenti anche in questo ambito economico - ha concluso Gesmundo -. Non è accettabile, infatti, che un settore enogastronomico come quello pugliese, che il 38% dei visitatori colloca al primo posto come elemento di soddisfazione, si regga per ampi tratti sul caporalato, sui ghetti e sul dumping salariale".