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“A stare alle veline che circolano, il ministro del Lavoro Calderone starebbe per varare una serie di norme a tutela dei lavoratori, senza un confronto con i maggiori sindacati del Paese, con chi rappresenta centinaia di migliaia di lavoratori, con chi tutti i giorni frequenta i cantieri. Sarebbe un fatto di una gravità inaudita anche per il messaggio che manderebbe alle migliaia e migliaia di lavoratori, rappresentanti per la sicurezza, delegati di cantiere che certo sanno cosa vuol dire concretamente combattere illegalità, dumping contrattuale, lavoro nero, incidenti. E annuncia il tutto addirittura a sciopero in corso, con migliaia di lavoratori che per protestare stanno rinunciando a parte del loro salario. Spero sia una notizia infondata”. Non usa giri di parole Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, parlando di sicurezza sul lavoro
“Anche nel merito, quello che c’è da fare è abbastanza semplice – continua Genovesi -. Dobbiamo estendere le tutele dei lavoratori previste negli appalti pubblici agli appalti privati, a partire dal divieto di ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza lungo la filiera dei subappalti, garantire parità di trattamento economico e normativo, garantire l’applicazione del Ccnl edile, avere un soggetto che autorizzi i subappalti dopo averne verificato la regolarità, sia dei dipendenti che dei cosiddetti lavoratori autonomi. Va cambiata la logica per cui si può fare profitto comprimendo diritti e tutele senza limiti”.
“Anche sulla premialità alle imprese – continua Genovesi – siamo al paradosso: invece di permettere al Presidente Mattarella di firmare il decreto per istituire la Patente a punti prevista sin dal 2008 dall’articolo 27 del Testo Unico sulla sicurezza, che colpisce le imprese che non rispettano le regole, da quel che sembra l’idea del ministro è opposta, ovvero premiare le imprese che rispettano i contratti collettivi e la legge. È come se domani dicessimo che premiamo tutti i cittadini che non rubano o non uccidono, oltre a perseguire quelli che lo fanno. Per difendere le imprese serie dobbiamo colpire chi, violando leggi e contratti, fa loro concorrenza sleale”.
“La questione – conclude il leader degli edili Cgil - è aumentare gli ispettori ed i controlli, mettere in condizione tutti i soggetti preposti, comprese le Asl e le Regioni, di presidiare il territorio e se proprio si vuole dare un messaggio aumentando le pene si introduca l’aggravante di omicidio sul lavoro, come è stata introdotta per l’omicidio stradale. Siamo l’unico paese dove, se chi guida ubriaco investe qualcuno il reato è doloso, mentre se si mandano a morire dei lavoratori non formati, senza sicurezza siamo ancora all’omicidio colposo, senza un giorno di galera per chi è giudicato colpevole e senza neanche la possibilità, per le famiglie delle vittime, di chiedere il sequestro patrimoniale preventivo”.