PHOTO
Sono 75 i lavoratori della Gazzetta del Mezzogiorno (47 giornalisti e 28 poligrafici) che verranno licenziati. “Forte preoccupazione e sconcerto”: questi i sentimenti espressi dal Comitato di redazione dello storico quotidiano (il primo numero è del 1887) per la decisione unilaterale da parte dell'editore Edime di avvio della procedura (ex 223/91) annunciata il 27 ottobre.
Dopo lo stop di sabato 28 ottobre, sindacati e Rsu hanno indetto un nuovo pacchetto di cinque giorni di sciopero, precisamente da martedì 31 ottobre a sabato 4 novembre. A sostegno della protesta, i 110 dipendenti hanno anche organizzato un presidio fisso a Bari.
Le ragioni del Cdr
“Sono scelte connesse alla chiusura delle redazioni decentrate (Basilicata, Bat, Foggia, Lecce e Taranto), riaperte solo nel febbraio 2022”, spiega il Comitato di redazione dei giornalisti: “Quest’orientamento, in controtendenza dopo il coraggioso e provvidenziale salvataggio della testata operato dagli editori, intervenuti dopo il fallimento della Edisud, mette a rischio il tradizionale radicamento della Gazzetta, consolidato in oltre 136 anni in due regioni e otto province di Puglia e Basilicata”.
Un drastico ridimensionamento che potrebbe “pregiudicare il percorso, intenso e pieno di sacrifici condivisi con la proprietà, che ha portato la Gazzetta a ritornare in edicola dopo l'interruzione delle pubblicazioni dovuta alla procedura fallimentare, ricostruendo e rinsaldando la connessione sentimentale con città, comunità, territori, mondo culturale, economico e sportivo”.
Il Cdr evidenzia che “in un contesto economico segnato dal post covid, dalla crisi energetica, da due guerre (Ucraina e Gaza), se l'aumento dei costi di produzione è incontrovertibile, una nuova vertenza che colpisce i livelli occupazionali, riducendoli in maniera pesantissima, di fatto pregiudica pesantemente l'informazione capillare nelle due regioni e rischia di avere pesanti ripercussioni sulla diffusione del giornale e sulla raccolta pubblicitaria”.
L'assemblea dei giornalisti della Gazzetta, d'intesa con Assostampa di Puglia e Basilicata, sollecita la convocazione di un tavolo che affronti la crisi e scongiuri i possibili licenziamenti. I lavoratori, infine, rilevano la necessità di adottare strumenti adatti per porre soluzioni alla crisi dell'editoria, anche predisponendo nuovi ammortizzatori sociali per i giornalisti, utilizzabili a prescindere dal precedente quinquennio mobile”.
La solidarietà dei sindacati
“Pesante, irriguardosa e irrituale forzatura”, così Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Carta e stampa definiscono l'avvio della procedura di licenziamento collettivo attivata dalla società Edime: “La ripresa delle attività della Gazzetta, sospese nell'agosto 2021, passa per l’omologa della proposta concordataria della Ecologica spa. Tale proposta prevedeva l'acquisizione dell'intero attivo e passivo fallimentare e il mantenimento dei livelli occupazionali per un biennio”.
I sindacati rilevano che “ancor prima della scadenza dei due anni prevista dalla proposta concordataria, ci troviamo con una procedura di licenziamento collettivo che distrugge la quasi totalità dell'asset poligrafico, che ha già subito enormi sacrifici per le difficoltà economiche in cui versava e versa la storica testata”.
Cgil, Cisl, Uil e Ugl evidenziano la “scarsa aderenza della società alle intese assunte al tavolo del marzo 2022 in tema di formazione” e riguardo a tematiche completamente disattese (organizzazione archivio storico, proposte di riallocazione in aziende del gruppo, mancata attivazione di misure regionali di politiche attive del lavoro, mancata realizzazione dei distacchi presso terzi per la rotativa).
Vi era, dunque, la necessità di “cambiare passo nella gestione del giornale per una concreta e visibile azione di risanamento e rilancio. Un quadro che già ci preoccupava e che ha visto la triste evoluzione odierna, nonostante una nuova convocazione del tavolo di crisi”.
La scelta di avviare la procedura di licenziamenti collettivi è “una pesante, irriguardosa e irrituale forzatura, anche di fronte alle istituzioni regionali”. I sindacati, assieme alla Rsu della Gazzetta del Mezzogiorno, proclamano dunque “lo stato di agitazione e si riservano nelle prossime ore di promuovere iniziative di lotta più incisive ivi compreso lo sciopero di tutti i lavoratori poligrafici”.