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È forte la preoccupazione per l’avvio della procedura di licenziamento collettivo alla Gazzetta del Mezzogiorno. “La decisione dell’editore Edime – spiegano la Cgil e la Slc Cgil Lecce – non solo getta nello sconforto 75 famiglie, ma priva di un presidio di informazione e legalità le regioni di Puglia e Basilicata”.
L’avvio della procedura per 47 giornalisti e 28 poligrafici (su complessivi 110 dipendenti) dello storico quotidiano (il primo numero è del 1887) è del 27 ottobre scorso. Una decisione, ha spiegato il Comitato di redazione, connessa “alla chiusura delle redazioni decentrate (Basilicata, Bat, Foggia, Lecce e Taranto), riaperte solo nel febbraio 2022”.
Il commento di Cgil e Slc Lecce
“Ci appelliamo all’editore affinché torni sui propri passi per scongiurare la chiusura delle redazioni decentrate”, affermano le segretarie generali Valentina Fragassi (Cgil) e Monia Rosato (Slc Cgil): “Da decenni quelle redazioni assicurano nelle due regioni un giornalismo puntuale e libero, un’informazione capillare e attenta, una sentinella contro abusi e scempi sul territorio”.
Redazioni che sono state “vere e proprie scuole di giornalismo e nelle quali sono cresciute professionalità di primo livello, che vi lavorano da decenni e che di colpo rischiano di disperdersi. Esattamente come il ricco patrimonio culturale e identitario costituito dalle edizioni locali della Gazzetta del Mezzogiorno”.
Fragassi e Rosato stigmatizzano le della decisione aziendale, condotta senza un passaggio preventivo con i sindacati. “Il 27 ottobre scorso – rammentano le due segretarie generali – è giunta un’asettica comunicazione su chiusure e licenziamenti, nonostante nel precedente incontro con le parti sindacali gli editori avesse garantito una gestione della riduzione del personale non traumatica e comunque concordata coi lavoratori”.
Il prossimo incontro con l’editore si terrà giovedì 30 novembre. “Le soluzioni per mantenere i posti di lavoro, dagli ammortizzatori sociali per accompagnare i lavoratori vicini alla pensione allo smart-working, esistono”, aggiungono Fragassi e Rosato, soprattutto a fronte di “un ingente finanziamento che sarebbe stato richiesto al Dipartimento per l’editoria, che mal si concilia con la contemporanea dichiarazione di esuberi per circa il 70% del personale”.
Le due esponenti sindacali auspicano “che la soluzione per salvare tutti i posti di lavoro sia trovata in una vera trattativa aziendale entro la metà di dicembre, senza bracci di ferro. In assenza di un accordo, intervenga la politica regionale e locale, affinché la Gazzetta resti quel bene immateriale collettivo che unisce una larga parte del Sud”.