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Garanzia Giovani: in Sicilia aumenta lo stanziamento complessivo (che sale da 130 a 205 milioni di euro) ma diminuisce la paga per i tirocini, da 500 a 300 euro. "Ancora una volta a farne le spese sono i giovani”. La denuncia è di Cgil Palermo e Nidil che intervengono sull'approvazione da parte della giunta di palazzo d'Orleans della fase due di “Garanzia Giovani”, il piano di occupazione della Regione Siciliana per favorire l’impiego dei disoccupati siciliani.
Il sindacato osserva che, a fronte dell'aumento dello stanziamento, è diminuito invece il compenso per i tirocinanti. “È un dato negativo – commentano il segretario Cgil Palermo Alessia Gatto e il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso – che l'indennità sia calata da 500 a 300 euro per una platea estesa, tra l'altro, a un pubblico non più di soli giovanissimi. Se Garanzia Giovani deve essere un'occasione per ridare speranza e rimettere in moto i Neet, non si può trasformare in un regalo alle imprese e in un peggioramento delle condizioni retributive dei giovani”.
Solo per disabili e soggetti svantaggiati la paga è rimasta rimasta invariata. Complessivamente la somma stanziata per il biennio 2019/2020 di Garanzia Giovani è di 205 milioni di euro, di cui 58 milioni per circa 30 mila tirocini nelle aziende. La seconda novità rilevata dal sindacato è che i tirocini siano stati allargati anche a partecipanti fino ai 35 anni, mentre nel biennio appena concluso la fascia di età ammessa andava dai 18 ai 29 anni. “Nel precedente step di Garanzia Giovani erano stati coinvolti a Palermo 10.130 tirocinanti, il 21 per cento di tutti i tirocini avviati in Sicilia. Il tasso di trasformazione in posti di lavoro è stato solo del 17 per cento”, calcolano Gatto e Gattuso.
Da qui la proposta di Nidil e Cgil, in vista della pubblicazione del bando pubblico da parte della Regione. “La richiesta immediata è che la Regione riveda la posizione e ripristini la somma iniziale, per evitare l'effetto dumping su un mercato del lavoro già precario e asfittico e il fenomeno degli stage truffa che mascherano lavoro subordinato – proseguono Alessia Gatto e Andrea Gattuso –. In alternativa, chiediamo che le aziende ospitanti vengano responsabilizzate e che la Regione prevede la loro compartecipazione con una quota, in modo da innalzare l'indennità dei tirocinanti fino a 500 euro, come era in passato”.
Nidil e Cgil invitano la Regione ad attivare un sistema di controllo e monitoraggio dei tirocini e il coinvolgimento dei sindacati. “Non c'è stato finora mai un coinvolgimento dei sindacati, è mancata la concertazione, chiediamo l'ascolto delle parti sociali – aggiungono Cgil e Nidil – La nostra proposta è di implementare i tirocini di qualità anche per agganciarli al conseguimento di una qualifica per i ragazzi che vi partecipano. È necessario un sistema di controllo per verificare se si tratta di tirocini che mascherano lavoro subordinato. Come Nidil e come Sol siamo a disposizione per dare tutte le informazioni e il supporto alla partecipazione al programma”.