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Gap, il marchio d’abbigliamento, lascia l’Italia. La Filcams Cgil ha indetto lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo per l’intera giornata, con presidio rispettivamente a Milano davanti al Flagship Store sito in Corso Vittorio Emanuele, a Roma in Piazza Montecitorio . I motivi della vertenza sono riconducibili alla scelta della multinazionale americana di uscire dall’Europa, senza tuttavia condividere con le organizzazioni sindacali e i lavoratori un percorso che garantisse il mantenimento dell’occupazione per tutti i suoi dipendenti, vedendo così coinvolti più di 200 lavoratori.
Ad ottobre 2020 l’azienda ha infatti annunciato la nuova strategia che avrebbe previsto l’abbandono del continente, rimanendo però sul mercato italiano attraverso l’e-commerce e accordi con terzi per la distribuzione del marchio, indicando come scadenza del progetto luglio 2021. Da allora, non abbiamo mai cessato di richiedere all’azienda informazioni e aggiornamenti rispetto all’andamento delle trattative, alle possibili strategie aziendali, puntando sempre a un confronto trasparente finalizzato alla salvaguardia occupazionale", sostiene l'organizzazione sindacale.
"Nonostante i diversi incontri, Gap Italia ha comunicato solo qualche settimana fa la chiusura di due negozi, quello di Fiordaliso a Milano e Le Gru di Torino che vedevano coinvolti 25 lavoratori. Nessuna informazione sul futuro degli altri colleghi dei restanti punti vendita, per cui noi continuiamo a invitare l’azienda ad avviare un tavolo che garantisca il mantenimento dell’occupazione, condizioni di lavoro sostenibili e dignitose. Grazie al blocco dei licenziamenti, strumento rivelatosi indispensabile in questo momento, i lavoratori hanno potuto godere di una tutela forte", prosegue il sindacato.
Gap, infatti, non è l’unica multinazionale americana che in un momento di piena crisi, ha preferito guardare alla propria convenienza economica abbandonando l’Europa e l’Italia, puntando al commercio on line e ad accordi commerciali per rimanere però sul mercato, trascurando gli impatti sociali che avrebbe comportato una simile decisione. Pertanto, la Filcams invita la società ad avviare un confronto concreto con l’ organizzazione sindacale sul futuro dei 200 lavoratori coinvolti.