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Rischiano di perdere il posto i 300 lavoratori (di cui un’ottantina dell’indotto) della Gestione agroalimentare molisana (Gam) di Bojano (Campobasso). I dipendenti dell’azienda di allevamento e macellazione avicola, di proprietà della Regione Molise, sono attualmente in cassa integrazione, che scadrà il prossimo 4 novembre. Ma il loro futuro è ancora tutto da definire. “I lavoratori sono in presidio permanente davanti alla sede della giunta regionale e su base itinerante presso il Consiglio regionale”, spiega il segretario generale della Cgil Molise Paolo De Socio: “Il sit-in si estende anche all’assessorato al Lavoro, con cui abbiamo dovuto riavviare le relazioni dopo la recente decisione del vertice regionale di azzerare completamente la giunta”.
La storia della Gam, nata nel 2009 per dare piena attuazione a una delibera regionale e passata nel corso degli anni per diverse traversie, ha una svolta nel 2017, con la sottoscrizione di un accordo sindacale tra Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Avicola Vicentina (una società del gruppo Amadori) e Regione Molise, per il rilancio della filiera avicola molisana. Ne segue la firma di un accordo quadro fra Regione, sindacati, azienda e ministero dello Sviluppo economico per l’attivazione degli strumenti di politiche attive e ammortizzatori sociali previsti per le aree di crisi industriale complessa.
L’intesa stabilisce l’attuazione di un “contratto di sviluppo” di oltre 40 milioni di euro con Invitalia, allo scopo di rilanciare la filiera avicola completa, nonché il riassorbimento di 190 dipendenti. L’accordo è validato da un’assemblea dei lavoratori altamente partecipata. Il riassorbimento però avviene a singhiozzo, entra in azienda soltanto un primo gruppo di 30 lavoratori.
Nell’aprile 2019 il gruppo Amadori dichiara formalmente al ministero la propria perplessità sull’effettiva prosecuzione dell’investimento, pur avendo già effettuato l’acquisto di un primo lotto di attività e aver avviato l’incubatoio avicolo. Il sindacato, a propria volta, ottiene nel novembre seguente assicurazioni riguardo alla prosecuzione almeno parziale dell’investimento, l’attivazione della cassa integrazione e l’assorbimento di ulteriori 50 maestranze. Le nuove selezioni per il personale si arrestano però con l’assunzione di soli 20 lavoratori (appunto sui 50 previsti) nel marzo 2020, a causa ovviamente dell’emergenza epidemiologica; in aprile il sindacato richiede immediatamente l’attivazione della cassa Covid-19.
“Il percorso tracciato per il rilancio della filiera molisana non è stato pienamente attuato”, spiega Florinda Di Giacomo, segretaria generale Flai Cgil Molise: “L’effettiva attuazione del contratto di sviluppo, con Invitalia e Avicola Vicentina, si è limitata alla componente di filiera più povera, ossia quella dell’allevamento, e non ha incluso quella della macellazione”. Per l’esponente sindacale, in conclusione, occorre ricercare “una possibilità di incremento ulteriore degli investimenti, anche attraverso la disponibilità del Recovery fund, considerando che la Regione Molise ha indicato nel Documento di economia e finanza regionale il settore avicolo come primario per le dinamiche di sviluppo, soprattutto nell’area interna della regione e particolarmente nell’area di crisi”.