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"L’evoluzione delle manifestazioni che si sono tenute negli ultimi giorni a Trieste ha dimostrato come fosse fuorviante e in qualche misura passata l’equazione: rivolta dei lavoratori portuali uguale rivolta dei no green pass. Il forte legame tra il porto, i suoi lavoratori e la città non può e non deve essere compromesso da persone che con il porto non hanno nulla a che fare. Il risultato sindacale, la gratuità dei tamponi, dà una risposta di solidarietà tra i lavoratori del porto e indica una possibile soluzione anche per altri lavoratori". Inizia così una nota unitaria firmata dai segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti del Friuli Venezia Giulia, Valentino Lorelli, Antonio Pittelli, Michele Cipriani.
"Ci sono molti lavoratori portuali - scrivono i leader di categoria - che in questi giorni hanno scelto di lavorare, garantendo con grande senso di responsabilità e senso di appartenenza l’indispensabile continuità operativa, parlando con dignità alla città e all’autorità portuale, guardando al futuro loro e della comunità. Le legittime manifestazioni di dissenso devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito, prospettive per il futuro e di svolgere il ruolo di grande scalo internazionale.
Quanto ai fatti di Trieste, crediamo che il dialogo andrebbe sempre anteposto all’uso della forza. Siamo convinti che nessuno preferisce l’uso della forza persino quando si deve affermare la legalità come nella situazione complicata dei giorni scorsi. Noi auspichiamo che l’andamento della campagna vaccinale contro la pandemia raggiunga nelle prossime settimane livelli tali da rendere superato il green pass.
Detto questo ci sia consentito di riaffermare con forza, dopo quanto accaduto, i rischi che si corrono quando vengono legittimate associazioni sedicenti sindacali come Clpt, che nel giro di poche ore ha cambiato più volte posizione su quello che stava succedendo, apparentemente incosciente dei danni che stava procurando ai lavoratori, al porto, alla collettività triestina e all’intero paese. Pensiamo che chi ha legittimato Clpt dentro il porto e fuori dal porto debba aprire una profonda riflessione e debba dare maggiore ascolto alle organizzazioni sindacali confederali, che rappresentano circa il 70% dei portuali e che ogni giorno si assumono coerentemente la responsabilità delle loro scelte e, come dimostrano i fatti, tutelano meglio i lavoratori".