PHOTO
Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia hanno finalmente presentato alle organizzazioni sindacali il piano industriale di un’unica, nuova grande cooperativa che nasce, appunto, dalla fusione delle prime due. Si chiamerà Unicoop Etruria, opererà su Toscana, Umbria e Lazio, dalla fusione dovrebbe ereditare quasi 6mila dipendenti, circa 170 punti vendita e quasi 800mila soci. Un vero e proprio gigante.
Le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali, però, sono molte. Si legge in una nota della Filcams: “Si tratta ad oggi di un progetto con molte incognite e poche certezze, soprattutto in termini di ricadute occupazionali e di perimetro commerciale. Se l’obbiettivo di rilanciare la competitività della distribuzione cooperativa nei territori coinvolti non può che essere condiviso, solo il tempo potrà dirci se la scelta di unire due soggetti commerciali con evidenti fragilità sarà quella giusta”.
Le preoccupazioni maggiori della categoria della Cgil, che tutela e organizza i lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione, sono innanzitutto per l’occupazione. “Ciò che è certo è che l’obbiettivo non potrà essere raggiunto a spese di lavoratrici e lavoratori che già molto hanno contribuito in passato alla tenuta delle due cooperative, durante le fasi di difficoltà in gran parte dovute a scelte gestionali quantomeno discutibili”.
È vero che nel piano industriale sottoposto all’attenzione dei sindacati non vi è traccia – al momento – di riduzione del perimetro occupazionale, ma i timori rimangono. Tanto più che “desta molte preoccupazioni l’annunciata riorganizzazione delle sedi e della logistica, che occupano complessivamente centinaia di dipendenti diretti e indiretti nelle sedi di Vignale, Castiglione e Terni e nei nove tra magazzini e piattaforme della logistica”.
Non solo, oltre a magazzini e logistica la Filcams si domanda quale sia l’intenzione rispetto ai punti vendita, soprattutto del Lazio visto che hanno già subito ridimensionamenti. Si legge infatti ancora nella nota: “Allo stesso modo non è chiaro quanto l’attuale perimetro commerciale della rete vendite sarà intaccato da eventuali cessioni per far fronte alle esigenze di capitalizzazione, né se il nuovo soggetto sarà in grado di restituire sostenibilità a parti della rete vendita, come quella laziale, che da tempo sono in difficoltà, complice la mancanza di investimenti e di politiche commerciali adeguate”.
Le aspettative della categoria sono nette, sono quelle che devono sovraintendere qualsiasi relazione sindacale: “Ci aspettiamo, questo è l’impegno assunto dalle dirigenze delle due cooperative, un confronto costante e trasparente con le organizzazioni sindacali, su tutti i passaggi che saranno necessari di qui in avanti, nell’interesse primario delle persone che lavorano e colmando anche la mancanza di condivisione che talvolta ha caratterizzato le relazioni sindacali recenti”.
La conclusione della nota è netta, è un vero e proprio impegno che prende innanzitutto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori: “La Filcams sarà presente quotidianamente nei luoghi di lavoro per informare e confrontarsi e vigilerà su tutti gli sviluppi della fusione e riorganizzazione per salvaguardare l’occupazione, la contrattazione acquisita e i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nel processo”.