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L’acquisizione della 21st Century Fox da parte della Walt Disney, avvenuta il 20 marzo scorso per 62 miliardi di euro, sta iniziando a mostrare i propri frutti. Per gli azionisti sicuramente, molto meno per i lavoratori, considerata la previsione del taglio di circa 5 mila posti in tutto il mondo. Ovviamente c’è anche l’Italia: a metà luglio la Disney ha avviato la procedura di licenziamento per 59 dipendenti (su 206) nella sede di Milano. Analogo discorso per la Fox, che ha attualmente sede a Roma ma nel marzo 2020 intende spostarsi nel capoluogo lombardo, che ha presentato un piano di 42 esuberi (su 160 dipendenti complessivi).
Se per i dipendenti Fox la situazione sembra molto complicata, maggiori spiragli si aprono per quelli milanesi. Oggi (lunedì 30 settembre) si riunisce il tavolo di crisi tra Regione Lombardia, azienda e sindacati, e si respira un cauto ottimismo. “Le trattative stanno andando avanti”, commenta Tommaso Argento (Slc Cgil Milano): “Noi chiediamo che i lavoratori vengano ricollocati, un’azienda di queste dimensioni ha tutte le possibilità per trovare una soluzione. In ogni caso, ogni uscita dovrà essere su base volontaria. Stiamo cercando di ottenere le migliori condizioni possibili”. La sede milanese della Disney già due anni fa aveva visto un ridimensionamento di personale (23 esuberi annunciati, 14 uscite effettive), ma stavolta i numeri sono più cospicui.
A essere colpiti, in particolare, sono i 13 dirigenti e i 48 impiegati dell’area marketing e di quella che si occupa della gestione delle licenze e della vendita dei diritti d’immagine, reparti dunque maggiormente interessati “dall'ottimizzazione dei processi produttivi nell'ambito di una riorganizzazione globale – spiega Argento, riportando le parole della società – e dall'abbandono di alcuni business non più profittevoli, ad esempio le attività concentrate su un livello più locale”. L’accordo dovrebbe anzitutto contenere un numero di esuberi minore, almeno una quindicina, mentre gli allontanamenti dovrebbero appunto essere gestiti come esodi incentivati.
Venendo alla Fox network group, la Slc Cgil nazionale e la struttura di Roma e Lazio denunciano “l'ennesimo sfregio per il mondo del lavoro italiano e per la città di Roma, una capitale ormai non più attrattiva per le grandi multinazionali”. Il numero degli esuberi rischia di crescere per via del “destino riservato ai lavoratori, circa un centinaio, trasferiti d'ufficio a Milano per la chiusura della sede”. Il sindacato lamenta il “progressivo depauperamento del tessuto produttivo della regione: Fox tv è l'ultima in ordine cronologico, dopo le migliaia di posti di lavoro persi a Roma nel settore delle telecomunicazioni e delle emittenze, a partire da Almaviva, Sky, Ericsson e, a seguire, con la progressiva chiusura di tutte le emittenti radiotelevisive locali. La risposta al processo di innovazione non può essere la semplice espulsione dei lavoratori e la perdita di posti di lavoro”.
(mt)