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Parziali e insufficienti per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, le soluzioni avanzate al tavolo ministeriale dagli esponenti di Manitalidea e delle società consorziate, nella complessa vertenza che coinvolge i 10 mila addetti del consorzio Manital, senza stipendio da diversi mesi. L’incontro, sollecitato dalle tre sigle, si è svolto in presenza dei rappresentanti di ministero del Lavoro, Mise, Miur e Consip. Dopo sette ore di confronto, Manitalidea e le società consorziate hanno dato disponibilità a pagare, entro il 2 agosto, la retribuzione di giugno ai lavoratori occupati negli appalti delle scuole; invece, entro il 10 agosto, verranno pagate le retribuzioni ai lavoratori occupati negli altri appalti.
Le sigle di categoria hanno preso atto della dichiarazione aziendale che, "pur rispondendo alla priorità posta, viene giudicata parziale e insufficiente e, soprattutto, non risolutiva di una condizione di difficoltà che, da troppo tempo, coinvolge i lavoratori, confermando che sui territori e nei singoli appalti potranno continuare tutte le iniziative di contrasto, anche legali, utili a vedere riconosciuti i salari e le competenze mancanti, richiedendo il coinvolgimento delle committenze per l'attivazione dei pagamenti in surroga e per l'affidamento ad altre imprese degli appalti, oggi in capo alle imprese del consorzio Manital, nella convinzione che le committenze pubbliche e private si debbano assumere la responsabilità, prevista anche dalla legge, finalizzata al rispetto delle norme e dei contratti".
Il lungo incontro ha visto il presidente di ManitalIdea portare giustificazioni alle mancate erogazioni dei salari che ascrivono alla responsabilità degli enti pubblici, che non pagano regolarmente le fatture, le cause delle proprie difficoltà. Le organizzazioni sindacali, "pur comprendendo la gravità della situazione denunciata, che richiede di essere approfondita e risolta, hanno giudicato, parziali e non esaustive le giustificazioni dell'impresa, sottolineando che dal bilancio 2017 (ultimo disponibile) emergono anche altre ragioni che attengono a investimenti poco sostenibili, alla diversificazioni delle attività, ad aumento di emolumenti per il Cda, che rendono lo stato economico dell'impresa oramai da crisi conclamata e difficilmente reversibile".
Inoltre, Filcams, Fisascat e Uiltrasporti hanno sottolineato che "le difficoltà delle imprese, a qualsiasi ragione dovute, non si possono scaricare sui dipendenti e pregiudicare il pagamento delle retribuzioni e delle competenze dei lavoratori che continuano regolarmente a prestare la propria attività. In merito alle ragioni addotte dalle imprese riguardo ai crediti vantati verso gli enti pubblici, i ministeri presenti hanno preso l'impegno ad approfondire e, se del caso, a sollecitarne il pagamento, invitando le imprese a dare comunque e nell'immediato una risposta concreta con il pagamento delle retribuzioni".