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Si è svolta ieri (martedì 8 marzo) l’audizione delle organizzazioni sindacali italiane e svizzere Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst e dell’Associazione Comuni italiani di frontiera che avvia l’iter per la legge di ratifica dell’accordo sulla nuova imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri.
"Nell’audizione - scrivono in una nota congiunta Giuseppe Augurusa (Cgil), Luca Caretti (Cisl), Pancrazio Raimondo (Uil), Mario Bertana e Giangiorgio Gargantini (Unia) e Andrea Puglia (Ocst) - abbiamo condiviso i contenuti del testo del disegno di Legge n. 2482 sottoposto alla nostra valutazione, in ordine agli aspetti fiscali, con particolare riferimento a: incremento della franchigia a 10.000 euro estesa a tutti i lavoratori frontalieri nazionali per cui vige ed è prevista la tassazione concorrente; ulteriori misure di riduzione dell’imposizione fiscale sia in ordine alla deducibilità dei contributi obbligatori previdenziali per i prepensionamenti sia per la deduzione d’imposta sugli assegni familiari erogati dal paese dove la prestazione viene effettuata; la definizione di una clausola di salvaguardia per tutti i rapporti di lavoro in essere e/o a far data dal 31/12/2018 fino all’entrata in vigore del nuovo sistema; l’istituzione di un fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture delle zone di confine italo-svizzere, utile a garantire le risorse progressive e almeno equivalenti ai ristorni per Comuni di confine unitamente alla previsione dell’impiego dell’extragettito determinato dal passaggio alla tassazione esclusiva a quella concorrente per i nuovi rapporti di lavoro.
Abbiamo inoltre segnalato la necessità di completare le misure del disegno di legge integrando quanto già concordato nel memorandum d’intesa del 23/12/21, contestualmente alla sottoscrizione del Trattato internazionale tra gli stati, anche di natura non fiscale e finanziaria. In particolare, abbiamo chiesto di integrare i provvedimenti di innalzamento della Naspi per i primi tre o cinque mesi in relazione all’anzianità contributiva, coerentemente con la normativa Ue, adottata dalla confederazione elvetica, in relazione ai rimborsi tra Stati delle provvidenze pagate nel paese di residenza.
Abbiamo anche sollecitato il tavolo interministeriale (MEF, MAECI, MILAV) anche con l’obiettivo di arrivare a un’ipotesi di Statuto dei lavoratori frontalieri e a un sistema di monitoraggio periodico, al fine di verificare la corretta applicazione dell’accordo e lo sviluppo dei progetti socio-economici destinati ai territori di confine. Infine, abbiamo richiesto di prevedere la soglia di utilizzo dei ristorni fiscali, ovvero del fondo sostitutivo in misura del 50% tra spese correnti e investimenti materiali e immateriali".