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“Questo attacco è stato un colpo al cuore per tutti”. Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil di Lecce, non nasconde la rabbia per quello che è successo sabato a Roma. Ma ci racconta anche la straordinaria reazione dei compagni del Salento. “Ho ricevuto decine di telefonate nelle ore successive. Militanti, iscritti, sindacalisti, che mi hanno chiamato commossi, che hanno vissuto sulla propria pelle la violenza di quelle scene, di quei corridoi violati impunemente. E poi ancora donne e uomini delle istituzioni, cittadini comuni, rappresentanti delle associazioni e della parte datoriale che hanno espresso la loro solidarietà”.
Eppure la mattina dopo, proprio davanti alla Camera del Lavoro salentina, durante il presidio della Cgil al quale era presente anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, si è verificato un altro episodio odioso. “Avevamo notato il passaggio di una macchina davanti alla nostra sede, due ragazzi poco più che ventenni ci hanno provocato ascoltando a tutto volume Faccetta nera e agitando le braccia nel saluto romano. Ho invitato alla calma i compagni presenti, non pochi, e li ringrazio per non aver reagito. Subito dopo la Digos, dopo pochi metri, ha fermato i ragazzi al semaforo e li ha denunciati per apologia di fascismo”.
Come reagire a tutto questo? “Mi addolora che un giovane di vent’anni inneggi al fascismo. Vorrei invitarlo a venire ad Auschwitz con il treno della memoria, perché capisca quanto male sia scaturito da quelle idee. Perché è giusto punire chi non rispetta la nostra Costituzione nata dalla Resistenza, ma allo stesso tempo dobbiamo impegnarci affinché questi ragazzi, adescati da movimenti fascisti, studino e conoscano la storia e i nostri valori di solidarietà, democrazia e pace. Combattendo l'ignoranza si combatte il fascismo”.
Tutti in piazza a Roma il 16? “Ci saremo. In migliaia da Lecce e da tutta la Puglia. Da ieri sono tantissime le richieste di adesione, non solo dall’universo Cgil e sindacale. Ci chiamano giovani e giovanissimi del mondo della scuola e dell’università, famiglie, c’è l’Anpi, c’è l’Arci. Sono colpita dall’orgoglio che questa aggressione ha scatenato nelle persone”.