Dare un posizionamento chiaro alle istanze del mondo del lavoro portando avanti con convinzione le proposte confederali e di categoria al governo regionale. Questo l’obiettivo della Fp Cgil di Potenza da qui ai prossimi mesi. “Abbiamo tante vertenze ancora aperte – afferma Giuliana Scarano, segretaria generale Fp Cgil Potenza al direttivo del sindacato della Funzione pubblica che si è svolto nel capoluogo di regione - dall’Aias di Potenza alla possibile apertura di una vertenza sull’Aias di Melfi, dalla ex clinica Don Uva, oggi Universo Salute, dove registriamo interventi unilaterali sul personale e un latente atteggiamento antisindacale, ai lavoratori della ex clinica Luccioni, ai licenziamenti in corso nella cooperativa Auxilium”.
Alle vertenze si aggiunge “il tema della riorganizzazione della governance territoriale – aggiunge Scarano - rispetto alla quale occorre una profonda riflessione che ci consenta di costruire un rinnovato modello in grado di garantire la diffusione dei servizi sul territorio in modo integrato e omogeneo. Infine c’è tutta la partita che ruota intorno ai Centri per l’impiego e al ruolo dell’Agenzia regionale per il lavoro per dare concreta attuazione al reddito di cittadinanza».
Nodo fondamentale, la sanità pubblica: “L’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza – continua Scarano - deve riprendere tutta la sua centralità. I presidi territoriali devono avere una propria caratterizzazione diversificata, operando nei propri ambiti di specialità in stretta connessione con i territori nei quali insistono, nella consapevolezza che nell’attuale contesto sociale ed economico emerge sempre più la necessità della decentralizzazione delle cure dall’ospedale al territorio e la necessità di incrementare l’efficienza e l’efficacia delle cure territoriali, per garantire un’assistenza della popolazione sostenibile ma anche equa, continua, capillare e tempestiva, partendo dalla presa in carico del paziente da parte dei medici di medicina generale”.
Le istanze locali si integrano a quelle nazionali: conseguenze dell’autonomia differenziata sul funzionamento dei servizi in un quadro della pubblica amministrazione in estrema difficoltà, forte emorragia di dipendenti pubblici ed età media molto alta, blocco del turn over, crescita esponenziale del precariato (negli ultimi dieci anni aumentato del 72,2% nei ministeri e del 39,8% negli enti locali), pre-intesa per il rinnovo del contratto della cooperazione sociale (scaduto da oltre sei anni e che interessa una platea di circa 350 mila lavoratrici e lavoratori), emergenza della carenza di personale in sanità.
“È necessario un piano straordinario di occupazione nella pubblica amministrazione – propone Scarano. Servono assunzioni subito. Ne vale della sopravvivenza stessa della pubblica amministrazione. Una scelta non più rinviabile, un investimento sul futuro del paese e che ci porta dritti alla mobilitazione unitaria dell’8 giugno a Roma in piazza del Popolo, in coerenza con la mobilitazione confederale”.
Sulla sanità privata, la segretaria Fp Cgil di Potenza ricorda il “contratto Aris Aiop bloccato da 12 anni, i cui lavoratori sono in stato di agitazione a causa di una trattativa rotta per la indisponibilità della parte datoriale a mettere risorse proprie sul contratto. A tal proposito ci sarà il 15 aprile un attivo nazionale a Roma alla presenza del nostro segretario generale”.
Sulla sanità pubblica, infine, afferma: “Nei prossimi giorni, a seguito della certificazione della spesa per il personale 2018, saremo in grado di valutare meglio le capacità assunzionali di ciascuna regione rispetto alla proposta di modifica del superamento del vincolo di spesa sul personale, ma sin da ora si può affermare che il nuovo tetto di spesa al 31 dicembre 2018, tetto sul quale ha già agito il vincolo del 2004 meno l’1,4%, non rappresenta sicuramente quella svolta necessaria a riaprire un piano straordinario di assunzioni nel sistema sanitario nazionale, né tanto meno la rappresenta quel 5% di ulteriore incremento, per il 2019 pari a 50 milioni di euro che viene sottratto al finanziamento dei servizi e quindi dei Livelli essenziali di assistenza. L’insufficienza di tale provvedimento risulta ancora più evidente di fronte alle previsioni di uscite pensionistiche, tra quota 100 e pensionamenti ordinari che, secondo stime, dovrebbero vedere per il solo 2019 oltre 70mila uscite. Si tratta quindi di un provvedimento a invarianza di spesa pubblica che non permetterà di affrontare la vera e propria emergenza occupazionale nella quale ci troviamo in sanità. Dopo i necessari passaggi sulla certificazione della spesa in Conferenza Stato Regioni e l’incardinamento del provvedimento in un percorso legislativo, apriremo una fase di confronto con la Regione Basilicata sui piani di fabbisogno del personale”.
Conclude il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa: “Bisogna partire subito con la nostra proposta di riforma dell’ente Regione e della sua funzione, che deve essere di programmazione e controllo. La sfida del cambiamento in Basilicata deve partire dalla riaffermazione della netta separazione tra il potere politico e quello amministrativo quale cardine fondamentale per restituire alle funzioni pubbliche autonomia, legalità e trasparenza, essenziali per la qualità della vita dei cittadini e prerequisito indispensabile per lo sviluppo della nostra regione”.