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“Sarebbe ancora al vaglio degli organi di controllo la bozza di Dpcm per il riparto delle risorse rese disponibili dalle leggi di Bilancio per gli anni 2020 e 2021 al fine di perequare le indennità di amministrazione dei lavoratori ministeriali attualmente molto differenti. La bozza di decreto contiene delle tabelle con gli importi di incremento distinte per amministrazione e balza agli occhi la mancanza di alcune di queste, che hanno tali indennità in quanto le stesse sono da sempre – l’indennità fu istituita nel Ccnl ministeri 1994/1997 – corrisposte a tutti i lavoratori inquadrati nel comparto. Questo è il caso dei lavoratori della giustizia amministrativa (Consiglio di stato, Tar, Avvocatura dello stato, Corte dei conti) e dell’Ispettorato nazionale de Lavoro, ovvero la nuova denominazione dei servizi ispettivi del ministero del Lavoro dal 2017”. È quanto si legge in una nota della Fp Cgil nazionale.
“Abbiamo chiesto da tempo – aggiunge il sindacato – al ministro Orlando e al direttore generale dell’Inl Giordano di far presente al Mef che nel riparto i lavoratori dell’Ispettorato del lavoro devono rientrare come é sempre stato ogni volta che si è trattato dell’indennità del ministero del Lavoro. I lavoratori hanno bisogno di risposte chiare e risolutive, soprattutto oggi che le attività ispettive sono sotto i riflettori dell’opinione pubblica perché siano rafforzate per fare fronte ai drammatici dati sulle morti sul lavoro. Non riconoscere loro gli adeguamenti stipendiali corrisposti ai colleghi rimasti nel ministero del Lavoro sarebbe uno schiaffo alla loro dignità e professionalità, proprio nel momento in cui anche dal presidente della Repubblica é venuto un monito a rafforzare e valorizzare il loro operato. Al ministro Orlando e al direttore Giordano ribadiamo che per noi non esiste alternativa al definitivo allineamento delle indennità di amministrazione tra tutte le amministrazioni dell’ex comparto dei ministeri”, conclude la Fp Cgil.