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In Lombardia gli enti locali hanno sempre meno personale. Dal 2009 (prima dello stop alle assunzioni nel pubblico impiego) al 2021, le lavoratrici e i lavoratori del comparto e della dirigenza degli enti locali sono scesi dai 76.536 ai 61.289 complessivi, cioè di 15.247 unità (-19,92%).
A dirlo è la Fp Cgil Lombardia, analizzando i dati disponibili sul conto annuale della Ragioneria generale dello Stato. Gli enti locali annualmente hanno perso in media 1.270 dipendenti. Al 1° gennaio 2022 la Lombardia avere un rapporto dipendenti funzioni locali/abitanti ben sotto la media nazionale: un dipendente ogni 162,23 abitanti lombardi, contro un dipendente ogni 126,37 abitanti italiani.
Il commento della Fp Cgil regionale
“La situazione è grave, tutte le province lombarde, pur con le loro differenze, sono sotto la media”, commenta il segretario Fp Cgil regionale Dino Pusceddu: “La nostra preoccupazione cresce considerando che quest'anno abbiamo notizia di concorsi che stanno andando deserti: le retribuzioni, soprattutto per le professionalità necessarie all'attuazione del Pnrr, sono basse rispetto al settore privato e il posto pubblico è diventato poco attrattivo”.
Pusceddu evidenzia che “gli enti locali sono stati oberati di sempre maggiori incombenze, gravanti sulle spalle di lavoratrici e lavoratori che, non solo sono a ranghi sempre più ridotti, ma con un'età media di oltre 50 anni (il 58,7%). Con i prossimi pensionamenti, i servizi rischiano la paralisi. Per non dire dei progetti legati, appunto, al Pnrr”.
Per il segretario Fp Cgil regionale sono “necessari un piano straordinario di assunzioni e una valorizzazione del posto pubblico sotto il profilo economico e di riconoscimento sociale. Bisogna promuovere il posto pubblico a partire da scuole e università, in modo da far conoscere e far valere il fondamentale ruolo dei servizi pubblici. Senza di loro non ci sono servizi e senza servizi le comunità locali sono più povere”.