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Sono in cassa integrazione da mesi, i 450 operai della Fos di Battipaglia (gruppo Prysmian). Eppure lavorano in una “eccellenza europea nella produzione di fibra ottica di altissima qualità e strategica per l’Italia”. La loro storia – dichiarano Il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Filctem nazionale Marco Falcinelli – “è l’emblema di come vengono gestite le politiche industriali nel nostro Paese”.
L’azienda potrebbe essere un fiore all’occhiello del settore, ma “questo governo, esattamente come i suoi predecessori – proseguono i due dirigenti sindacali -, ad oggi non ha fatto nulla per tutelarla. A differenza di quanto accaduto in altri paesi dell’Unione, non è stata sfruttata l’occasione del Pnrr - 7,7 miliardi di euro per investire sulla catena del valore in relazione all’infrastrutturazione digitale del Paese - che avrebbe permesso una crescita dell’occupazione e la valorizzazione della Fos”.
“Grazie all’incapacità dell’esecutivo e dell’azienda di trovare soluzioni di mercato – spiegano Gesmundo e Falcinelli – gli operai sono in cassa integrazione ormai da qualche mese: unici a pagare lo scotto di una Fos che non è in grado di vendere nemmeno un km di fibra in Italia, dove si prediligono fibra indiana o cinese. In questo scenario il gruppo Prysmian ha dichiarato di non essere intenzionato ad investire per il rilancio del sito”.
Per la Cgil “occorre un’assunzione di responsabilità da parte del governo, il tavolo convocato al Mimit il 15 febbraio non sia una passerella politica, ma utile a trovare soluzioni concrete per garantire un futuro occupazionale ai lavoratori diretti e dell’indotto in un territorio che sconta enormi difficoltà. Crediamo – proseguono i due sindacalisti – che la soluzione siano azioni volte a ridurre la competizione scorretta con i produttori asiatici che hanno invaso il mercato puntando su fibra di bassa qualità a costi minori".
È inoltre “necessario partire da investimenti pubblici, statali e regionali, e da politiche di indirizzo che privilegino l’utilizzo di tecnologie altamente performanti, prodotte in Italia. Anche nell’ipotesi in cui la continuità occupazionale e il rilancio del sito dovessero passare da investimenti privati, vigileremo sul rafforzamento della ricerca e sviluppo finalizzata a mantenere l’altissimo livello tecnologico presente nel sito di Battipaglia”.
“La Cgil e la Filctem campane hanno chiesto l’attivazione di un confronto urgente e preventivo alla Regione per individuare quale possa essere il contributo aggiuntivo di quest’ultima a salvaguardia dell’occupazione, a cui è opportuno partecipi il presidente De Luca. Continueremo a batterci – sostengono Gesmundo e Falcinelli – affinché un asset strategico e un’eccellenza italiana non vengano disperse”.
"Dalla qualità e tecnologia di questa produzione passa non solo il futuro occupazionale dei lavoratori, ma la cyber sicurezza del nostro Paese (difesa, pubblica amministrazione, sanità). Sulla fibra – concludono – passano i dati e, mai come in questo momento storico, la strategica partita della transizione digitale, su cui si gioca il futuro e il posizionamento anche geopolitico dei paesi. Nell’anno in cui l’Italia ospita il G7 aprendo i lavori su intelligenza artificiale e strategicità dei dati – concludono i dirigenti sindacali – è a dir poco singolare che una vertenza così importante non trovi soluzioni”.