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Apertura formale dello stato di agitazione, assemblee informative in tutti i luoghi di lavoro del gruppo e sciopero di due ore da tenersi il giorno della convocazione del prossimo incontro al ministero delle Imprese. Queste le decisioni prese dalle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in merito alla vertenza della Fos (gruppo Prysmian) di Battipaglia (Salerno).
“A fronte della nostra riunione unitaria dei coordinamenti del gruppo Prysmian – spiegano i sindacati - è emersa la volontà e la necessità, da parte dei i dipendenti di tutti i siti industriali del gruppo, di esprimere anzitutto solidarietà ai lavoratori della Fos di Battipaglia con alcune iniziative concrete, finalizzate a informare tutti riguardo la vertenza”.
I sindacati intendono anche “esercitare una pressione nei confronti sia dell’azienda sia delle istituzioni, a partire dal ministero e dal governo, affinché ci sia un’assunzione di responsabilità finalizzata alla prosecuzione dell’attività produttiva del sito; di rendere visibile e pubblica l’unità dell’azione sindacale all’interno del gruppo Prysmian”.
Le iniziative individuate di mobilitazione che affiancheranno e sosterranno quelle già calendarizzate da Rsu, strutture e lavoratori a Battipaglia (presidio permanente fuori dalla fabbrica, volantinaggi e manifestazioni in città con il coinvolgimento della cittadinanza, delle scuole e delle Istituzioni locali) sono: l’apertura formale dello stato di agitazione di gruppo; assemblee sindacali informative in tutte le realtà del gruppo da tenersi entro il 4 marzo; dichiarazione di sciopero di due ore che sarà indetto in maniera coordinata in tutti i siti nella stessa giornata e che coinciderà con il giorno di convocazione del prossimo incontro al ministero delle Imprese.
“Ricordiamo – proseguono Filctem, Femca e Uiltec – che il prossimo incontro al Mimit si terrà nella settimana tra il 4 e l’8 marzo. In questo incontro avremo riscontro, da parte del ministero, dell’eventuale volontà di un soggetto industriale terzo di rilevare lo stabilimento e, di fatto, l’attività di produzione di fibra ottica nel nostro Paese”.
L’azienda, concludono i sindacati,durante “l’ultimo incontro al Mimit tenutosi lo scorso 15 febbraio, ha annunciato formalmente la volontà di non proseguire la produzione di fibra in Italia, pregiudicando irrimediabilmente il futuro occupazionale dei 400 lavoratori dello stabilimento, tra diretti ed indiretti, e un asset strategico del nostro Paese”.