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Oggi, 31 gennaio, i lavoratori Fontanot si sono dati appuntamento davanti ai cancelli dello stabilimento produttivo di Cerasolo Ausa, provincia di Rimini, insieme ai vertici locali e regionali di Cgil Cisl e Uil e delle categorie sindacali del settore del legno. La protesta, che ha visto anche la presenza della Consigliera provinciale con delega al lavoro Alice Parma, è stata organizzata per chiedere che si avvii con urgenza la procedura per la cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, tentando di salvaguardare azienda e occupazione con la messa all’asta dell’intero complesso aziendale.
No ai licenziamenti, la richiesta di sindacati e istituzioni. Al microfono, davanti ai manifestanti, si sono alternati, tra gli altri, i segretari generali Fillea Cgil Emilia-Romagna e Rimini, Renzo Crociati e Giuseppe Ledda, la segretaria generale Cgil Rimini, Francesca Lilla Parco e un delegato sindacale della Fontanot.
I rappresentanti sindacali hanno denunciato come la decisione del Curatore e la posizione del Giudice delegato rappresentino un grave precedente, mentre è prioritario salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle famiglie contro i rischi di potenziali speculazioni a danno del lavoro. La Consigliera provinciale con delega al lavoro Alice Parma, intervenendo, ha sottolineato l’urgenza di rispettare gli intenti del Patto regionale per il Lavoro ed il Clima, scongiurando i licenziamenti e mettendo al primo posto la salvaguardia del tessuto produttivo territoriale nel suo complesso. Tutti hanno stigmatizzato il fatto che, a fare le spese di questa situazione, siano proprio i lavoratori, quelli che con gli stivali e senza sosta hanno spalato il fango per salvare l’azienda, dopo l’alluvione di maggio 2023.
Nel frattempo, nonostante le richieste dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, il Curatore ha implacabilmente aperto la procedura di licenziamento collettivo, una decisione che rischia di lasciare in mezzo alla strada 37 famiglie. Questo sarebbe il loro destino senza gli strumenti di politiche attive che la Regione Emilia-Romagna si sarebbe resa disponibile a mettere in campo con il ritiro dei licenziamenti e l’apertura della cassa straordinaria.
Venerdì è previsto un incontro tra organizzazioni sindacali e Curatore. In quella sede saranno ribadite le ragioni dello stato di agitazione e si tenterà di scongiurare i licenziamenti con gli strumenti a disposizione, confermati dal Ministero del Lavoro e messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna.
Senza risposte positive, la gravità della situazione porta a non escludere nuove iniziative di mobilitazione, compresa la possibilità di una manifestazione con presidio davanti al Tribunale di Rimini.