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Dopo le due richieste di incontro inviate al ministro Nordio, che non hanno avuto alcun riscontro, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno dichiarato lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto al dicastero della Giustizia per il servizio di documentazione degli atti processuali.
È da tempo ormai che le organizzazioni sindacali "chiedono al ministero di chiarire il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto nel sistema giudiziario, in particolare in relazione ad alcuni provvedimenti legati alla riforma Cartabia e all'applicazione del Pnrr, che hanno destato preoccupazione sul futuro dell'appalto e il mantenimento dei livelli occupazionali".
A creare allarme, all'inizio dell'anno, erano state le notizie su percorsi formativi per mansioni analoghe a quelle svolte dagli addetti in appalto, destinati però a operatori data entry assunti direttamente dal ministero della Giustizia. Una prospettiva che aggraverebbe la condizione di precarietà e perenne emergenza vissuta dalle lavoratrici e dai lavoratori dell'appalto.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti "chiedono al ministro della Giustizia un impegno per il superamento della condizione di continua emergenza e precarietà delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nell’appalto. Lavoratori invisibili, ma che con passione, competenza e professionalità svolgono un servizio fondamentale per il funzionamento del sistema giudiziario nazionale".
Di fronte alla mancanza di risposte e al grave silenzio del Ministro sul futuro dei dipendenti di Ciclat, Nuovi Orizzonti, Ricina e Verbatim, le società che attualmente gestiscono il servizio di documentazione degli atti processuali, le organizzazioni sindacali, "rappresentando la delusione delle lavoratrici e dei lavoratori, hanno dato il via alla mobilitazione e restano in attesa della convocazione al ministero del lavoro che secondo le normative dovrà avvenire entro sette giorni dall’invio della procedura. Mai più invisibili".