Un sasso nello stagno dei temi legati all’immigrazione lo ha lanciato Fondimpresa presentando l’Avviso 4/2024, dedicato alla formazione professionale e civico linguistica nei Paesi terzi. È chiaro a tutti, ormai, che l’approccio della legislazione italiana al tema dei migranti non permette di soddisfare i bisogni di manodopera del nostro Paese. 

Al centro dell’evento, al quale ha preso parte anche Massimo Temussi, direttore generale delle Politiche attive del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l’avviso 4/2024, un esperimento che prende il via proprio dal cosiddetto mismatch, il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro, che ostacola il processo produttivo nel nostro Paese. In Italia, a fronte di circa 100mila ingressi l’anno, il fabbisogno stimato dalla stessa Confindustria sarebbe di almeno 120mila immigrati.

I dati della Fondazione Moressa sull’immigrazione: i migranti producono l’8,8% del Pil

Del resto, basta leggere i numeri pubblicati dalla Fondazione Leone Moressa per rendersi conto del quadro. I 5 milioni di stranieri che vivono e lavorano in Italia danno un contributo enorme alla nostra linea demografica e, con il loro lavoro, producono l’8,8% di Pil, un valore aggiunto di circa 164 miliardi di euro, con un impatto fiscale di 1,2 miliardi di euro. Da questi numeri Fondimpresa è partita per lanciare il suo progetto, un contributo importante e concreto al dibattito: formare i cittadini extra Ue prima che partano.

“Con l’Avviso 4/2024, “Interventi sperimentali per l’implementazione di programmi di formazione professionale e civico linguistica in Paesi terzi”, Fondimpresa – si legge sul sito del Fondo – finanzia la realizzazione di percorsi formativi, beneficiati da aziende che in risposta al fabbisogno di figure professionali, in presenza di un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, procedano a formare cittadini stranieri residenti in Paesi terzi, e/o gli apolidi e gli stranieri rifugiati presenti in Paesi terzi di primo asilo o di transito, ai fini di una loro successiva assunzione in Italia”.

Per presentare le domande di finanziamento la scadenza è – fino a esaurimento risorse – alle ore 13.00 del 31 dicembre 2024. “Possono presentare domanda di finanziamento e realizzare il Piano formativo raggruppamenti composti, a pena di esclusione, da enti già iscritti nell’Elenco dei Soggetti Proponenti qualificati da Fondimpresa e Aziende aderenti a Fondimpresa che hanno necessità di assumere nuove figure professionali. In via straordinaria, si concede la possibilità di presentare domanda di finanziamento anche a quelle aziende la cui adesione a Fondimpresa sia stata accettata dall’Inps ma non ancora trasmessa al Fondo. La dotazione finanziaria stanziata è di 5 milioni di euro”.

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Aurelio Regina: “Includere per innovare, innovare per crescere”

“Il Paese, a livello demografico, sta dimostrando da anni grandi problemi e il saldo tra nati e morti è ampiamente negativo – ha detto Aurelio regina –. Il saldo migratorio è di 1,2 milioni. La popolazione lavorativa è scesa di 850mila abitanti. Il Paese ha una carenza ad oggi di 1,3 milioni di lavoratori. Il tasso di disoccupazione pur riducendosi non soddisfa questo mismatch”.

“Abbiamo solo due strade per coprire questo divario: arrivare alla piena occupazione sul modello degli Stati Uniti – un obiettivo molto difficile da raggiungere perché il nostro sistema formativo non riesce saturare l’offerta – oppure permettere a 120mila migranti di entrare. Ecco perché era corretto affrontare questo tema complesso anche dal punto di vista politico, ecco perché abbiamo voluto fare questo avviso. E con questo slogan: Includere per innovare, innovare per crescere”.

“Includere e innovare – ha spiegato Aurelio regina – ci sembrano due concetti profondamente legati. L’inclusione sociale è una potentissima leva di sviluppo. L’inclusione non è un semplice traguardo, è un percorso continuo che va affinato e richiede la collaborazione di tutti. Adesso è un esperimento su cui mettiamo 5 milioni di euro, è un modello più complesso degli avvisi che di solito pubblichiamo e richiede anche la collaborazione delle istituzioni. Deve garantire un percorso di integrazione che riguarda la vita stessa dei lavoratori”.

“Così arricchiamo il nostro modo di agire includendo altre persone e culture. Vogliamo portare un modello e una visione nuova su come si possa fare inclusione e si possa guardare al tema dell’immigrazione, spogliandolo da tutti gli elementi di polemica politica e declinandolo con i bisogni concreti del nostro sistema imprenditoriale. C’è una voglia da parte del sistema economico di entrare in questo dibattito. Grazie alla leadership e alle capacità acquisite in questi anni abbiamo voluto diventare protagonisti in prima persona – ha concluso il presidente di Fondimpresa –. Noi il bagaglio per dovere sociale non vogliamo riservarlo solo a chi è nato in questo Paese, ma anche a chi è nato nei Paesi terzi. Ne abbiamo bisogno sia economicamente che socialmente”.