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La Flai Cgil, nella lotta allo sfruttamento e al caporalato delle lavoratrici e dei lavoratori, migranti e non solo, ha sperimentato, in questi anni, percorsi sempre più innovativi, collaborando anche con le Comunità di fede. Un’inconsueta direttrice funzionale alla necessità di contrastare decisamente i disvalori e le distorsioni che si annidano in ampie parti dell’agricoltura e non solo. Con l’obbiettivo di essere sempre più efficaci nel contrastare le derive a danni della dignità del lavoro, partendo dall’esercizio del “sindacato di strada” che caratterizza l’operato della Flai, a tutela del lavoro.
Nei giorni 25 e 26 febbraio, la Flai Cgil parteciperà alla conferenza internazionale promossa dalla Pontificia Università Gregoriana sul ruolo che possono svolgere le religioni per sradicare la schiavitù moderna. Una pista, più volte battuta dal nostro sindacato, che ha avuto dei momenti salienti: insieme alla Chiesa Valdese, il 28 febbraio 2015, è stato organizzato a Cerignola un seminario sullo sfruttamento; la Moschea di San Marcellino, nel casertano, è stata a più riprese teatro di incontri per trasmettere ai lavoratori sempre maggior consapevolezza dei propri diritti, indicando loro come sfuggire dagli sfruttatori; lo stesso schema è stato riproposto a Luco dei Marsi (L’Aquila); il Tempio di Gurdwara, a Sabaudia, è stato l’epicentro della vertenza dei lavoratori Sikh dell’agro-pontino protagonisti nel 2016 del primo straordinario sciopero dei lavoratori indiani; a Vittoria, nel ragusano, la drammatica vicenda delle lavoratrici agricole rumene fece irruzione nello spazio mediatico e politico nazionale, destando scalpore, grazie alla sensibilità del locale parroco Don Beniamino Sacco: con lui la Flai ha denunciato e portato alla luce il fenomeno dello sfruttamento anche sessuale di cui sono vittime le lavoratrici straniere, soprattutto rumene. Sera biserica, serra chiesa, si dice nella loro lingua, perché sulle serre c’è una croce che spezza il vento ma non spezza le catene dello sfruttamento.
Questi sono solo alcuni esempi di come la Flai e le diverse comunità religiose abbiano condiviso la stessa trincea nella battaglia contro il caporalato e lo sfruttamento. Una lotta che il 15 novembre 2019, a distanza di 30 anni dall’assassinio dell’esule sud-africano Jerry Masslo, ha visto la Flai organizzare a Caserta una partecipata assemblea pubblica dall’eloquente titolo “Contrasto allo sfruttamento lavorativo e prospettive d’inclusione dei migranti: la sinergia tra sindacato e Comunità di fede”. Sul palco con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, cattolici, valdesi, pentecostali, musulmani e sikh per discutere della prospettiva di un maggior impegno comune contro lo svilimento del lavoro.
Per la Flai, anche il rapporto e il dialogo con le comunità religiose, soprattutto locali, è un approdo del “sindacato di strada”, perché molto spesso chiese, moschee, templi, sono il luogo dove avvicinare i lavoratori, interloquire con loro in un contesto in cui si sentono protetti e nella possibilità di raccontare soprusi e condizioni inique di lavoro.