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Tre operai sono morti in un cantiere di via Mariti, aperto per la costruzione del nuovo supermercato Esselunga, nella zona nord di Firenze. Altri tre operai sono stati estratti vivi dalle macerie e sono “in condizioni molto, molto gravi, ma coscienti”, secondo quanto riferito dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Al momento risultano altri due operai dispersi, ma le notizie sono in continuo aggiornamento. Sul posto mezzi del 118, vigili del fuoco e polizia di Stato. Secondo una prima ipotesi poco prima delle 9 di questa mattina, 16 febbraio, avrebbe ceduto una trave di cemento poi crollata sul solaio.
A cedere sarebbe stata una delle grandi travi portanti del tetto con sopra il solaio. Il crollo avrebbe prodotto un boato, secondo le testimonianze dei residenti. “ Sembrava lo scoppio di una bomba –ha detto un testimone –. Mi trovavo in casa, sotto la doccia. Ho sentito questo rumore fortissimo e sono corso fuori a vedere. Si sentivano le grida degli operai che chiedevano aiuto”. Tanti passanti hanno raccontato scioccati delle urla strazianti dei lavoratori dentro il cantiere: “Si sentiva chiedere aiuto, voci disperate e confuse”, hanno raccontato due addetti alla pulizia stradale che si trovavano vicini al punto del crollo.
Tra i primi ad accorrere sul luogo dell’incidente alcuni sindacalisti della Fillea Cgil.
“Le prime informazioni che abbiamo è di una compressione dei costi nell'area del subappalto, tanto è vero che sembrerebbe che ad alcuni dei lavoratori coinvolti sia applicato il contratto metalmeccanico, che non è un fatto di dettaglio ma di sostanza: perché col contratto edile per poter lavorare bisogna essere formati obbligatoriamente da soggetti abilitati. Con il contratto metalmeccanico non solo si risparmia enormemente, ma si superano tutti i sistemi di controllo previsti contrattualmente. Il Durc non è più come gli altri. Se confermato questo, è già un fatto di illegalità o di elusione della legalità”. A sostenerlo è il segretario generale di Fillea Cgil Firenze, Marco Carletti, ai microfoni di Collettiva.
“C'è un altro tema significativo – aggiunge il sindacalista – deve essere successo qualcosa nella catena di comando, perché un disastro del genere non può accadere per una svista. Daranno la colpa a un errore umano. Lo dico subito, questa volta non c'è un errore di un lavoratore. No, questa è una responsabilità della gestione del cantiere, che è stato polverizzato, sfilacciato tanto più che più di un padre di famiglia stasera non tornerà a casa”.
“Ci siamo precipitati qui appena abbiamo saputo – ha detto a Repubblica Marta Tamara Terzi della Fillea Cgil di Firenze –. Sappiamo che là sotto ci sono ancora degli operai, sono sempre gli ultimi quelli che ci rimettono la vita”.
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