PHOTO
“Non permetteremo che per 212 famiglie il regalo di Natale sia la lettera di licenziamento”. È nettissima la posizione della Flai Cgil in merito alla decisione della Fiorucci, storica azienda alimentare (fondata nel 1850) specializzata nel mercato dei salumi, di avviare un piano di ristrutturazione che dimezzerà il personale dello stabilimento di Santa Palomba (Roma).
Lunedì 27 novembre la società, da agosto di proprietà del fondo tedesco Navigator e dell’irlandese White Park Capital, ha trasmesso alle segreterie nazionali e territoriali di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila UIL e Ugl agroalimentare la lettera di avvio della procedura di riduzione del personale, decisione che era stata comunicata ai sindacati nell’incontro di giovedì 23.
La posizione dei sindacati
“Un piano di lacrime e sangue”, commentano Stefano Morea (segretario generale Flai Cgil Roma-Lazio) e Alessandro Vona (segretario generale Flai Cgil Roma Sud Pomezia Castelli): “Si prevede la chiusura dei reparti wurstel e affettati, la cessazione delle produzioni stagionali di zamponi e cotechini, la cessazione di tutte le aree di confezionamento e delle postazioni di mero facchinaggio, oltre alla riduzione dell’orario del reparto mortadelle a tre giorni settimanali”.
La procedura, dunque, contempla 211 licenziamenti nella storica sede romana e di un dipendente della controllata Fiorucci Food Service, pari a oltre il 50% della forza lavoro attualmente occupata nell’impianto. “Quello che si propone – aggiungono i dirigenti sindacali – è inaccettabile per le lavoratrici e i lavoratori, per tutte le famiglie coinvolte, per l’indotto e per un territorio che da un marchio storico e conosciuto come Fiorucci si sarebbe aspettato rilancio e non licenziamenti”.
Morea e Vona denunciano “scelte che mettono la finanza davanti al valore del lavoro e delle produzioni”, dichiarando incomprensibile “come il licenziamento di oltre 200 persone possa andare di pari passo con investimenti che guardano al futuro”. Parimenti incomprensibile appare “l’indisponibilità aziendale a utilizzare strumenti, come gli ammortizzatori sociali o i contratti di solidarietà, previsti proprio per gestire in maniera meno traumatica i processi di ristrutturazione, consentendo almeno in parte la conservazione del rapporto di lavoro”.
“Siamo in presenza – conclude Claudia Bella, segretaria generale Cgil Roma Sud Pomezia Castelli – dell’ennesima ristrutturazione aziendale nel territorio di Pomezia, uno dei distretti industriali più importanti del Lazio, con una forte vocazione nei settori agroalimentare, chimico-farmaceutico ed elettronico, che si sta però progressivamente depauperando di aziende e professionalità con forti ricadute sul tessuto sociale ed economico. Chiediamo, e non da ora, un intervento delle istituzioni locali rispetto sia alla crisi di Fiorucci sia alla definizione di politiche industriali in grado di sostenere lo sviluppo del territorio”.