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“È positivo l’incontro promosso oggi dal Pd sull’automotive per riaprire il dialogo, per investire sui lavoratori del settore e sull’ambiente. Auspichiamo che il settore automotive diventi centrale per tutti i partiti e per il governo. L’Italia ha un ritardo strutturale sul settore automotive che vive una fase di profonde trasformazioni per la transizione industriale verso produzioni elettriche e ibride. Un settore fondamentale per l’Italia che era già in crisi da tempo". Lo dichiara Michele De Palma, segretario generale Fiom, intervenendo all'evento "L'Auto tra crisi e transizione ecologica".
"In questo momento - spiega - negli stabilimenti di Stellantis e nelle aziende dell'indotto continuano a crescere le ore di cassa integrazione: sono state 67 milioni solo 2021. L’assenza di investimenti e di politiche industriali, rispetto a Germania e Francia, ha fatto perdere al nostro Paese volumi produttivi, passando da 2 milioni alla fine degli anni 80 a 500 mila veicoli prodotti nel 2021. A questo quadro drammatico dobbiamo aggiungere che negli ultimi due anni abbiamo perso 5 mila addetti negli stabilimenti Stellantis con uscite incentivate, provocando un effetto domino nella componentistica. La classe media deve essere nelle condizioni di poter acquistare le auto elettriche con incentivi pubblici sulla base del reddito".
Occorre investire nella ricerca e sviluppo e in nuovi modelli e nel pieno utilizzo degli impianti produttivi e cogliere le nuove opportunità del salto tecnologico per salvaguardare l’occupazione e un settore strategico per il Paese chiedendo all'Europa il sostegno necessario per arrivare all'obiettivo della decarbonizzazione con un fondo specifico dedicato alla transizione dell’automotive.
"Oggi - prosegue De Palma - ci troviamo ad affrontare l'avvio della transizione con una crisi sistemica del settore. Marelli, Bosch, Vistesco sono alcune delle aziende impegnate in un duplice percorso: tamponare la crisi di mercato, e di assenza di commesse da Stellantis, e avviare la riconversione, ma oggi non ci ammortizzatori sociali in grado di accompagnare questi processi complessi. Il nostro Paese deve tornare ad essere innovatore mettendo in campo risorse e strumenti straordinari per guidare il cambiamento".
"Come Fiom, insieme a Fim e Uilm e Federmeccanica - dunque -, abbiamo condiviso un documento per rilanciare il settore e l’occupazione, chiedendo un tavolo urgente presso la presidenza del Consiglio. È necessario un accordo di transizione con il ministero del Lavoro che affronti i temi degli ammortizzatori, della formazione e della riduzione di orario per realizzare il cambiamento delle produzioni e mantenere l’occupazione a partire dall’investimento in ricerca e sviluppo. Permettere nuovi investimenti, far crescere la dimensione d’impresa, reshoring delle attività e rilancio su produzione, motori semiconduttori, batterie e Ict.
"Iveco e Industria Italiana Autobus ci dimostrano che è possibile fare politiche industriali e tornare a produrre autobus nel nostro Paese. Siamo in ritardo e senza un intervento programmatico e condiviso tra Governo, sindacati e imprese, rischiamo la dismissione di un settore strategico per l'economia e l'occupazione”, conclude.