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La Fiom Cgil Brianza esprime forte preoccupazione e indignazione per le recenti dichiarazioni del ceo di STMicroelectronics, Jean-Marc Chéry, rilasciate al Sole 24 Ore. Il tentativo di minimizzare la situazione e screditare le legittime preoccupazioni dei lavoratori è inaccettabile.
“La realtà è ben diversa da quella raccontata dalla dirigenza – si legge in un comunicato del sindacato -: ci troviamo di fronte a un'azienda che riceve ingenti fondi pubblici italiani ma che continua ad attuare una politica che mette a serio rischio l'occupazione degli stabilimenti italiani. Lavoratori che sono vittime di scelte sbagliate fatte da parte del management e sulle quali mai si è sentita fare autocritica.
STMicroelectronics ha già deciso di penalizzare i lavoratori italiani! Mentre si parla di «sviluppo globale», il rischio di tagli occupazionali in Italia è concreto. Il ceo ha ammesso che l’azienda potrebbe ridurre il personale. E mentre si annunciano grandi investimenti con risorse a carico dello Stato italiano, non vi è alcuna garanzia che questi investimenti si traducano in lavoro sicuro e stabile per i lavoratori italiani. Non è accettabile che si continuino a usare soldi pubblici senza vincoli chiari sulla tutela dell’occupazione”.
Per la La Fiom Cgil Brianza il silenzio del governo italiano è inaccettabile. “Non basta finanziare le aziende: serve una politica industriale che imponga trasparenza e vincoli precisi sulle ricadute occupazionali. Il Ministero dell’Economia italiano si è limitato a qualche voce di dissenso sulla gestione di Chéry, senza però intervenire concretamente per chiedere chiarezza. Un'azienda che riceve fondi pubblici deve garantire lavoro stabile e diritti, non annunci vaghi su transizioni e fasi di mercato".
Quindi il sindacato pone dieci domande a STMicroelectronics e al governo Italiano
- STMicroelectronics può escludere categoricamente licenziamenti nei prossimi anni?
- Quali stabilimenti italiani rischiano di subire una riduzione di personale?
- Gli investimenti promessi ad Agrate porteranno alla creazione di nuovi posti di lavoro o saranno solo un’operazione di facciata?
- Perché gli aiuti pubblici ricevuti in Italia sono nettamente inferiori rispetto a quelli ricevuti in Francia?
- STMicroelectronics intende investire in ricerca e sviluppo ed in nuove produzioni più innovative ed aggiuntive a quelle in essere?
- Perché l'azienda non si impegna a vincolare i fondi pubblici a un piano chiaro di garanzie occupazionali per i lavoratori italiani?
- Che garanzie concrete esistono per evitare delocalizzazioni future?
- L’azienda prevede di coinvolgere i sindacati nella definizione delle strategie per affrontare questo momento di crisi?
- Qual è il piano industriale dettagliato per il 2025-2027 e come influirà sulle sedi italiane?
- Perché il Governo italiano non interviene in modo deciso per chiedere trasparenza e impegni certi su investimenti e occupazione?
“STMicroelectronics deve rispondere con i fatti, non con dichiarazioni di facciata. I lavoratori non possono essere l'elemento sacrificabile nelle scelte strategiche dell'azienda. La Fiom Cgil Brianza – conclude – continuerà la mobilitazione per la difesa dell’occupazione e per un piano industriale che garantisca sviluppo e prospettive ed è pronta ad organizzare una manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori di STMicroelectronics sotto la sede del Mimit”.