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Oggi, 4 febbraio, si farà il punto sul futuro del Cantiere Navale di Palermo. Fincantieri ha infatti convocato, all'interno dello stabilimento, una riunione alla quale saranno presenti l'Autorità portuale e i sindacati. Un confronto molto atteso dalla Fiom Cgil, che con tante iniziative svolte e rivendicazioni presentate da tempo, chiede risposte per dare un futuro allo stabilimento, attraverso un piano industriale che lo rilanci con l'assegnazione di navi intere da costruire.
Un dato positivo è stato intanto registrato. Martedì 29 gennaio la Fiom ha incontrato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, che ha informato il sindacato sullo stato di avanzamento degli investimenti previsti, di competenza della stessa autorità portuale, per il rilancio del cantiere palermitano. “Nel summit – dichiarano Angela Biondi e Francesco Foti, Fiom Palermo – il presidente ci ha spiegato che l’iter di sua competenza sta procedendo celermente. Questi temi li affronteremo all’incontro con Fincantieri”.
La Fiom torna, ancora una volta, a sollecitare l'intervento da parte delle istituzioni. Nell'iniziativa 'Parla il cantiere' del 3 luglio 2018, erano stati invitati ministero, Comune, Regione, Fincantieri e Autorità portuale - per la Cgil nazionale era presente Maurizio Landini - e ognuno dei partecipanti aveva condiviso il percorso comune da intraprendere e assunto precisi impegni per la ripresa del cantiere navale.
“Se da parte di Monti, in questi mesi, sono stati fatti i passi necessari, rispettando gli impegni assunti – continuano i due dirigenti sindacali –, siamo ancora in attesa che l’assessore Turano e il presidente Musumeci ci dicano cosa intendono fare sui due bacini galleggianti di proprietà della Regione, visto che, ad oggi, dopo un incontro che si è tenuto in ottobre, non abbiamo più avuto notizie. Lunedì 4 attendiamo finalmente le risposte alle nostre rivendicazioni di questi anni, per dare un futuro certo allo stabilimento di Palermo, attraverso un piano industriale concreto, fatto di investimenti, carichi di lavoro e occupazione per la città”.
La Fiom ribadisce dunque la necessità che per l'impianto di Palermo si proceda in tempi brevi al finanziamento delle infrastrutture necessarie al rilancio del cantiere, a partire dal bacino da 150.000 tonnellate, fermo da più di vent'anni, dai bacini galleggianti di proprietà della Regione e dalla conferma dell'uso industriale delle aree in concessione alla stessa Fincantieri, alla quale il sindacato dei metalmeccanici della Cgil chiede “che Palermo torni a costruire navi intere, al pari degli altri cantieri italiani, con una missione produttiva chiara e definita”.