PHOTO
Le modifiche al nuovo codice degli appalti, attualmente in discussione, "non possono essere trattate come una questione privata tra il Ministro Salvini e alcuni lobbisti". Il governo deve realmente coinvolgere il parlamento e le forze sociali per apportare correttivi al Codice vigente. Inoltre, tutte le risoluzioni presentate finora, "da Forza Italia al Gruppo Misto fino al Movimento 5 Stelle", richiedono, seppur con diverse sfumature e toni, limiti precisi al 'subappalto a cascata' per garantire “maggiore qualità, sicurezza, legalità e trasparenza nell'assegnazione degli appalti, con meccanismi automatici di adeguamento dei prezzi”, che riguardano "non solo i costi dei materiali, ma anche i salari, grazie ai nuovi rinnovi contrattuali". Questo è il commento della segreteria nazionale Fillea Cgil, il principale sindacato delle costruzioni, rispetto alle varie posizioni che in parlamento le forze politiche stanno adottando con ordini del giorno e dichiarazioni in vista delle modifiche al Codice.
"Nel merito – afferma ancora la Fillea -, il governo deve avere il coraggio di mettere in primo piano la sicurezza dei lavoratori, il rispetto dei diritti, delle tutele, dei contratti edili e la lotta all’irregolarità", sfruttando anche le opportunità offerte dall’art. 36 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. In particolare, “deve essere previsto il divieto di subappalto oltre il primo livello per tutte le lavorazioni più complesse e pericolose”, con l'obbligo per i Ruo di “verificare, prima di autorizzare ogni subappalto, anche in corso d'opera, la parità di trattamento economico e normativo, la congruità dei lavoratori, l'assenza di ribassi mascherati, sotto inquadramenti o applicazioni diverse dal contratto nazionale edile".
Infine, la Fillea sottolinea la necessità di prevedere espressamente che "il divieto di ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza sia un divieto assoluto anche in caso di offerte sull’importo complessivo messo a gara", un escamotage spesso usato per mascherare ribassi proprio sulle tutele dei lavoratori.
"La sicurezza in cantiere", conclude il sindacato, "inizia proprio dai bandi, dalle condizioni poste a monte alle aziende, e dalla qualità esecutiva dell’intero ciclo produttivo. Se si vogliono veramente combattere infortuni e illegalità, lo Stato deve dare l’esempio partendo dai propri appalti, facendone uno strumento per qualificare imprese, lavoro e settore delle costruzioni".