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Ancora una volta il ministero sceglie di operare un intervento superficiale e non risolutivo per affrontare i problemi del lavoro nel turismo. L'emendamento al decreto lavoro presentato dal ministro del Turismo Daniela Santanché propone la detassazione degli straordinari, festivi e notturni, dei lavoratori stagionali impiegati nella filiera. Si parla, a gran voce, di "busta paga più pesante" e di aumento della "attrattività del settore", ma si tratta di un'operazione di facciata, che non sfiora nemmeno le radici del problema retributivo che tiene lontana la manodopera dal settore.
"Il reddito dei lavoratori aumenta se vengono aumentate le tabelle salariali - spiega Monja Caiolo, segretaria nazionale Filcams Cgil - ma nel Turismo tutti i contratti sono scaduti tra il 2018 e il 2021 e di conseguenza le retribuzioni sono ferme. La priorità dovrebbe essere il rinnovo dei contratti e non il ricorso ad aggiustamenti palliativi che non sciolgono i nodi del settore".
Il mancato incremento salariale non è l'unico ostacolo legato al ritardo nel rinnovo dei contratti che blocca l'aggiornamento delle retribuzioni. "A pesare sui salari è anche la questione della classificazione del personale: l'80% delle lavoratrici e dei lavoratori è inquadrata ai livelli più bassi e questo determina retribuzioni inferiori anche rispetto agli altri settori", chiarisce Caiolo.
A questo quadro si aggiungono poi gli ultimi dati diffusi dall'Ispettorato nazionale del lavoro che, oltre alla ben nota quota di lavoro nero che interessa l'industria turistica, evidenziano una importante percentuale di irregolarità legata alla mancata applicazione integrale del contratto nazionale, che interessa in particolare la sfera degli straordinari: con questo decreto si va dunque a detassare proprio quella sezione del salario che buona parte dei lavoratori nemmeno percepisce.
"Sarebbe necessario intervenire concretamente, alle fondamenta del problema - conclude la segretaria - andando a contrastare il dumping contrattuale, la contrattazione pirata e tutti i fenomeni di illegalità che proliferano nel settore turistico".