Secondo sciopero in meno di un mese per i lavoratori delle Ferrovie Sud Est. Le segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal lo hanno proclamato lo scorso 9 maggio. Se il 3 maggio lo sciopero durò appena 4 ore (dalle 8 alle 12), stavolta durerà un’intera giornata da mezzanotte fino alle 23.59 di venerdì 31 maggio.
"Il 3 maggio, nonostante i numeri diversi forniti dall’azienda, incrociò le braccia la maggior parte dei lavoratori, con punte del 90 e del 100 per cento in alcuni settori (impianti elettrici, macchinisti e capitreno, officine meccaniche delle autolinee). Percentuali che non tengono conto del personale precario e di quello interinale, a cui si è fatto massiccio ricorso per arginare gli effetti della protesta", si legge in una nota unitaria.
A parte i servizi minimi indispensabili, garantiti dal personale d’esercizio nelle fasce orarie 5-8 e 12.30-15.30, il restante personale si asterrà dal lavoro per l’intera giornata.
I timidi segnali di apertura forniti dall’azienda non bastano. Filt, Fit, Uiltrasporti e Faisa puntano il dito "contro una dirigenza aziendale che non ha alcuna intenzione di dialogare sulle reali problematiche che affliggono ormai da tempo i lavoratori delle Fse: turni di lavoro, creazione di nuove residenze, spostamento di residenze lavorative, implementazione e sostituzione dei vertici aziendali e dei collaboratori d’ufficio con personale esterno a Fse senza considerare le professionalità interne, decisioni unilaterali non in linea con Contratto collettivo nazionale di settore".