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''Inserire Rete ferroviaria italiana e Ferrovie Nord Milano nel perimetro della pubblica amministrazione comporta rischi certi e notevoli per le aziende, i gruppi cui appartengono e l'occupazione''. A lanciare l'allarme sono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, a seguito della nota informativa dell'Istat del 9 aprile scorso, da cui si evince che l'istituto, in accordo con Eurostat, per necessità di contabilità dello Stato, ha proceduto a una riclassificazione delle unità che fanno parte del perimetro delle amministrazioni pubbliche, includendo nello stesso anche le società Rete ferroviaria italiana e Ferrovie Nord Milano. ''Se a tale operazione dovessero seguire i decreti di riclassificazione - proseguono le organizzazioni sindacali - sarebbe esposta a seri rischi l'occupazione di oltre 100 mila lavoratori fra diretti e indiretti e l'intero sistema della mobilità italiana. Ci sarebbero notevoli impatti sulla governance delle società in questione, perché sarebbero soggette a tutti i vincoli della pubblica amministrazione".
I sindacati rilevano che a questo "si aggiunge la limitazione del turn over, soprattutto nel settore della manutenzione, che potrebbe creare gravi criticità sulle carenze di personale e, infine, il vincolo della Consip, quale centrale acquisti della pubblica amministrazione, rischierebbe di ridimensionare il perimetro di Ferservizi, attuale centrale acquisti del gruppo Fs". Concludono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti: ''Altra grande incognita sta negli eventuali effetti sulla contrattazione nazionale, senza contare che il gruppo Fs sarebbe smembrato. Per queste ragioni chiediamo un incontro urgente ai ministri dello Sviluppo economico e dell'Economia e all'amministratore delegato del gruppo Fs, al fine di evitare gli effetti negativi di una tale scelta politica''.