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“Ancora l'ennesima tragedia sul lavoro, che vede purtroppo coinvolti anche dei lavoratori lucani, impegnati nella manutenzione del deposito Eni di Calenzano per una ditta esterna. Lavoratori partiti per compiere il proprio lavoro, che dovrebbe essere svolto sempre in condizioni di massima sicurezza. E invece assistiamo ogni giorno a una strage continua”. Inizia così la nota firmata dal segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega.
“Ogni giorno ci sono vite distrutte, famiglie distrutte. Non è da paese civile. Ci stringiamo al dolore dei familiari delle vittime e chiediamo con forza l'impegno di tutte le istituzioni affinché si ponga fine a questo massacro. In Italia il lavoro deve tornare ad essere dignitoso e sicuro. La salute e la sicurezza non possono essere considerate un costo dalle aziende ma un investimento. Bisogna dire basta alla precarietà, basta agli appalti a cascata”.
"Quello che si sta verificando in questa difficile fase economica e sociale – si legge nella nota – è che si sta abbassando ulteriormente la guardia sulle tematiche della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e che da parte delle imprese la prevenzione e gli investimenti in sicurezza vengono in molti casi considerati come un mero costo da comprimere. Per questi motivi è indispensabile incrementare l’efficienza e l’efficacia del sistema dei controlli pubblici con un coinvolgimento diretto delle parti sociali che hanno un ruolo sempre più rilevante sul piano dell’informazione, della formazione, della progettazione e dell’implementazione degli investimenti sulla salute e sulla sicurezza”.
“A livello regionale – denuncia il segretario Cgil – da anni chiediamo di riattivare l’Osservatorio regionale sugli infortuni e le malattie professionali dando così immediata attuazione alle disposizioni della legge regionale 27 del 18 dicembre 2007, che non è più differibile. È necessario monitorare i settori più a rischio. Diciamo basta ai morti sul lavoro”, conclude Fernando Mega.