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Sospeso il licenziamento dei 195 lavoratori nel sito di Fabriano. Questa mattina i dipendenti del gruppo Fedrigoni si sono svegliati con uno spiraglio di buone notizie. Il lungo tavolo di ieri (9 dicembre) al ministero per le imprese e il Made in Italy si è chiuso scongiurando quella che poteva essere una vera e propria catastrofe per decine di famiglie marchigiane.
UN ANNO DI CASSA
Come già annunciato, si fermerà per sempre la produzione di carta per ufficio, ma continueranno a girare le macchine delle carte speciali, come per esempio gli album da disegno. E i posti di lavoro, al momento, sono stati salvati. “Abbiamo ottenuto un anno della cassa integrazione straordinaria riservata alla crisi complessa del territorio marchigiano”, spiega Gianluca Carrega, che per la Slc Cgil ha seguito la vicenda sin dall’inizio. “Parliamo di un’area fortemente colpita dalla crisi nel suo complesso, se pensiamo per esempio alla Merloni, oltre che alla cartiera di Fabriano. Ma grazie a questa soluzione l’azienda ha ritirato la procedura di licenziamento collettivo”.
AMMORTIZZATORI PER TUTTI
Gli ammortizzatori sociali interesseranno anche i lavoratori in somministrazione, così come auspicato dal sindacato, per i quali verrà avviata una procedura ad hoc. Questi i primi passi per tutelare le centinaia di persone che hanno vissuto le ultime settimane nel terrore di perdere il lavoro. Per il futuro, come racconta Carrega, “l'azienda ha ribadito più volte al tavolo che è sua intenzione ricollocare tutti nell'area Marche, dove si trovano anche altri stabilimenti della cartiera”.
LA SCOMMESSA DELLA RICOLLOCAZIONE
Le macchine destinate alla produzione di carta da ufficio lavoreranno fino alla fine del 2024, per poi fermarsi definitivamente. “Questo era il piano. Ma nel frattempo, i lavoratori oltre alla cassa integrazione verranno coinvolti in percorsi formativi messi a disposizione dalla Regione Marche”. Nessun incentivo, invece, per chi decide di lasciare l’azienda, dal momento che la vera scommessa sul tavolo è quella della ricollocazione.
E QUELLA DELLA REINDUSTRIALIZZAZIONE
Ma soprattutto, della reindustrializzazione, in un territorio dilaniato da una lenta e costante emorragia di fabbriche. Nel corso del 2025, dunque, l’azienda resterà in attesa di possibili offerte orientate alla ripresa della lavorazione. “Per noi la reindustrializzazione è l’obiettivo a lungo termine più importante – afferma Carrega – perché è fondamentale l’implementazione di quell’area dal punto di vista industriale, anche con l’ingresso di lavorazioni nuove, se necessario”.
"ATTENTI A NON PERDERE NEANCHE UN POSTO”
Ma ci tiene, il sindacalista, a puntualizzare che occorre fare un passo alla volta. L’accordo al Mimit ha salvato i posti di lavoro, ma ora andrà trasferito nella pratica quotidiana giorno per giorno. “Dovremo controllare che tutto venga fatto nella maniera più adeguata. Gli ordini al momento ci sono”. E sulla condizione delle Marche, regione fortemente colpita dalla crisi, Carrega chiude con un impegno: “Staremo attenti a non perdere neanche un posto di lavoro”.