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Si è tenuto ieri l’incontro tra il comitato di sicurezza e la Fca/Stellantis richiesto dagli Rls per la verifica della tenuta dei protocolli di sicurezza in funzione dei tagli dei servizi di pulizia avanzati da Fca/Stellantis all’azienda Iscot. Questi tagli determinano, come è stato comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria in incontri ufficiali, 44 licenziamenti e una domanda di cassa integrazione al 50% per i restanti lavoratori della Iscot (che assicura i servizi di pulizia).
"Durante la riunione, Fca/Stellantis ha dichiarato di trovare ingiustificati i tagli annunciati da Iscot in quanto la riduzione richiesta complessivamente riguarda il 10% dei servizi appaltati. Qual è la verità? In questa vicenda, che è uno dei primi atti formali del nuovo management post fusione, come al solito ci stanno in mezzo i lavoratori: quelli della Iscot, che dopo anni di lavoro pesante rischiano il loro salario, e quelli di Fca che vedono peggiorare la loro condizione di vita all’interno dello stabilimento in una fase in cui i servizi di pulizia rivestono una importanza fondamentale. Poco contano le rassicurazioni rispetto alla conservazione delle misure individuate per la prevenzione del contagio", affermano Angelo Summa, segretario generale Cgil Basilicata, e Gaetano Ricotta, segretario generale Fiom Basilicata.
"L’inizio di Stellantis non fa presagire l’auspicato cambio di passo rispetto al passato ed è in netta contraddizione con quanto il nuovo amministratore delegato dichiarava solo qualche giorno fa ai rappresentanti dei lavoratori. Chiediamo che si rivedano le scelte fatte, partendo dal tema, per noi irrinunciabile, della tenuta dei livelli occupazionali. I lavoratori hanno già dato troppo in questi anni di ammortizzatori sociali. Il quarto gruppo al mondo per la produzione di auto deve essere conseguente con la sua importanza, pensando a investire in nuovi prodotti, nel segno dell’espansione e non della compressione dei livelli occupazionali", concludono i due dirigenti sindacali.