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A Castefiorentino (Firenze) la Falegnami vuole aprire una procedura di mobilità (motivo: crisi economico-finanziaria) che prevede la perdita del posto di lavoro per almeno il 50% (ma si potrebbe arrivare al 70%, secondo i timori del sindacato) dell’attuale personale, che in totale oggi è di circa 55 addetti. La decisione arriva dopo che, oltre un anno fa, i lavoratori, pur di salvaguardare i livelli occupazionali e la capacità produttiva della ditta, erano arrivati ad autoridursi l'orario di lavoro e conseguentemente lo stipendio. Lavoratori che, oggi, 15 luglio, in assemblea, hanno votato per la proclamazione dello Stato di agitazione con assemblea permanente, dando mandato alla Rsu di valutare anche la scelta dell’occupazione della fabbrica qualora l’azienda non mostrasse disponibilità a fare marcia indietro.
“La crisi della Falegnami non è finanziaria, ma industriale, perché non si vendono abbastanza armadi e mobili. I lavoratori hanno investito sull’azienda riducendosi orario e salario, ma l’azienda non ha restituito il ‘prestito’ perché non ci sono stati gli investimenti necessari, così come da parte dei soci non ci sono state le ricapitalizzazioni necessarie. E se non investi e pensi solo a ridurre i costi, le politiche di contenimento salariale non portano frutti. La decisione dell’azienda sui licenziamenti è inaccettabile, siamo a fianco dei lavoratori nella loro battaglia”, dice Marco Carletti, segretario generale Fillea Cgil Firenze.