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Ormai le fabbriche si chiudono senza neanche un preavviso. È quanto è successo ai 38 lavoratori della Expo Inox di Spinetta Marengo (Alessandria), azienda produttrice di canne fumarie e sistemi di evacuazione dei fumi, che ha annunciato l’intenzione di dismettere lo stabilimento entro luglio. A motivare la decisione, la forte flessione della domanda dovuta alla cessazione dei bonus governativi e al conseguente calo degli interventi di adeguamento energetico.
Mercoledì 2 aprile i dipendenti (in gran parte nella fascia d’età tra 45 e 50 anni) sono scesi in sciopero per otto ore, organizzando anche un presidio davanti ai cancelli della fabbrica. Lavoratori e sindacati affermano di non essere mai stati messi a conoscenza delle eventuali difficoltà dell’azienda né di aver mai usufruito della cassa integrazione. Per tutti, insomma, la notizia è arrivata inattesa.
Sindacati: “Scelta grave e inaccettabile”
“L’azienda ha comunicato i licenziamenti con una pec e senza attivare un percorso di confronto con noi. Una scelta grave e inaccettabile, che colpisce duramente decine di famiglie”, affermano Fiom Cgil e Uilm Uil territoriali, chiedendo “l’attivazione degli ammortizzatori sociali”.
Nell’incontro tra sindacati e azienda che si è tenuto il 2 aprile la Expo Inox avrebbe dichiarato di aver già posto in vendita macchinari e impianto. Avrebbe anche dato la disponibilità a innalzare l’incentivo all’esodo indicato inizialmente, ma la cifra proposta sarebbe stata giudicata dai sindacati ancora insufficiente.
Fiom e Uilm rilevano che "l’annuncio della chiusura e il licenziamento dei 38 lavoratori si somma alle diverse e crescenti crisi aziendali che registriamo sul territorio”. Nella provincia di Alessandria, infatti, solo nell'ultimo anno si sono verificati o sono in corso licenziamenti alla Euromac di Villanova Monferrato, alla Bobst di San Giorgio Monferrato, alla Schiavetti di Stazzano e alla Imet di Tortona.
“Occorre avviare un confronto strutturato a livello sia territoriale sia nazionale sul futuro dell’industria metalmeccanica in Italia”, dicono Fiom Cgil e Uilm Uil Alessandria: “Serve una discussione concreta sulle prospettive, sugli investimenti necessari e sulla tenuta occupazionale. Prima che la situazione diventi irreversibile”.
La mobilitazione della scuola
Tra le iniziative di solidarietà con le famiglie dei lavoratori si segnala quella dell’Istituto comprensivo “Paolo e Rita Borsellino” di Valenza, che ha attivato l’iniziativa “Charity. Nessun dorma”. La scuola ha annunciato un primo contributo di 1.000 euro, accompagnato da un appello per una sottoscrizione collettiva (l'Iban per la raccolta fondi è IT34T0503448680000000011672). “Non è la prima volta – si legge nel testo dell’appello – che entriamo nelle vicende della società civile perché il dovere di una scuola è dare risposte esaustive agli sguardi impauriti degli studenti i cui genitori verranno forse licenziati”.