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Il centro Italia è vittima di una crisi industriale senza precedenti. Per le Marche – ma non solo – oltre alla vertenza Elica e ai suoi 409 esuberi previsti per i prossimi mesi, c'è un'altra vicenda che preoccupa centinaia di famiglie: quella di Indelfab. L'azienda è ormai fallita da mesi e, di conseguenza, 537 persone perderanno il posto di lavoro. “Situazione molto delicata, come per Elica – dice Pierpaolo Pullini della Fiom Cgil di Ancona –. Si rischia di perdere un altro pezzo importante della sua industria”.
Nata alla fine degli anni Sessanta come Antonio Merloni, l’azienda era un tempo il più grande gruppo industriale di elettrodomestici d'Europa. Divenuta prima Jp Industries, e poi Indelfab nel giugno 2020, ha accumulato debiti per milioni di euro e lo scorso settembre è stata costretta a richiedere l'ammissione alla procedura di concordato liquidatorio. Due mesi dopo, il tribunale ne ha dichiarato il fallimento e sono ripartiti gli ammortizzatori sociali.
I sindacati hanno annunciato uno sciopero per combattere la desertificazione industriale e l'impoverimento del territorio, ribadendo la necessità di ridare vita alle capacità e alle competenze di Umbria e Marche. “Martedi 11 maggio sarà una giornata di mobilitazione per tutto il territorio di Fabriano, contro le delocalizzazioni che stanno massacrando il nostro tessuto industriale e per chiedere al governo e a tutte le istituzioni di attivarsi con grande urgenza”, spiegano le organizzazioni sindacali in un comunicato.
“Il progetto della nuova proprietà è arrivato al capolinea – riprende Pullini –. In questi stabilimenti, a conti fatti, la produzione di lavatrici e frigoriferi non è mai partita e ora ci ritroviamo in questa situazione”. Secondo i sindacati, le strade percorribili rimangono due: i fondi dell'accordo di programma ex Antonio Merloni e la speranza di poter puntare su qualche manifestazione d'interesse per la compravendita. Ma intanto si sta giocando con la vita di tantissime persone.
“Gli operai della Indelfab fino a in cassa integrazione per cessazione dell'attività fino da metà novembre 2020 – aggiunge il delegato –. A fine aprile è stata aperta la procedura di mobilità: per i 275 lavoratori di Fabriano (Ancona, stabilimento di Santa Maria) e i 262 lavoratori di Gaifana (Perugia) finisce qui. Sarà difficile ricollocarli sul mercato e trovare una nuova occupazione”. I sindacati, consapevoli dell'allarmante situazione di questo distretto economico, stanno cercando di ottenere una convocazione al ministero dello Sviluppo economico.
In una nota congiunta, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil esprimono tutta la loro preoccupazione per quanto sta accadendo alla ex Merloni. “È indispensabile una convocazione immediata al Mise, anche con il ministero del Lavoro e la Regione Marche, per valutare ulteriori strumenti di tutela dell'occupazione e per incentivare e favorire eventuali manifestazioni di interesse, di cui comunque a oggi non siamo a conoscenza. Il tutto per scongiurare l'ennesimo disastro occupazionale che colpisce il territorio di Fabriano, sul quale bisogna lavorare in questi pochi mesi rimasti per costruire veri progetti industriali".
La manifestazione di martedì coinvolgerà sia i lavoratori e le lavoratrici della Indelfab sia quelli di Elica. “Abbiamo bisogno del sostegno del governo e delle istituzioni locali – conclude Pullini –. Come sempre, sarà indispensabile anche capire se ci sono investitori interessati a rilevare questa azienda. Al momento, però, non sembra ci siano state offerte o ipotetici acquirenti. Se veramente esistono progetti o proposte serie è il momento di farsi avanti. Altrimenti, per Fabriano e per tutta questa zona, è finita”.