“Anche se si fa il bando, il bando deve essere oggetto di un confronto. E in quel confronto noi vogliamo la garanzia degli occupati in tutti quanti gli impianti”. A dirlo è il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma, al termine dell'incontro col governo a Palazzo Chigi sulla prossima vendita di Acciaierie d'Italia (ex Ilva) in amministrazione straordinaria.

Nel corso dell'incontro il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha riferito che finora hanno manifestato un interesse per la procedura di acquisto dell'azienda sei operatori: due indiani, 2 italiani, un ucraino e un canadese. “Sino a oggi – ha aggiunto De Palma - non c’è stato un confronto su elementi che per noi sono strategici e fondamentali. Noi ci siamo presentati a Palazzo Chigi chiedendo una garanzia sui livelli occupazionali”.

Il segretario generale Fiom ha poi sottolineato che “Palazzo Chigi debba avere la responsabilità di costruire con i commissari e con le organizzazioni sindacali una soluzione strategica per quanto riguarda il principale impianto siderurgico d'Europa, in un contesto in cui è del tutto evidente che a pagare oggi le conseguenze delle scelte industriali fatte dal management passato sono le lavoratrici e i lavoratori”.

La cassa integrazione

Nel vertice si è anche discusso di cassa integrazione. La cig che l'amministrazione straordinaria prevede di attivare è pari a 4.700 unità, un numero inferiore rispetto alle 5.200 inizialmente previste. Il tema legato all'occupazione degli stabilimenti siderurgici sarà approfondito nell'incontro di domani (giovedì 24 luglio) al ministero del lavoro.

“Dal nostro punto di vista il piano di ripartenza può prevedere la cassa integrazione, ma non che tutti i lavoratori siano messi in cig, perché c'è bisogno di tutelarli anche da un punto di vista salariale”, ha precisato De Palma: “Noi vogliamo raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione, della transizione ecologica degli stabilimenti, e anche di avere un nuovo produttore, ma deve essere posta la condizione di garanzia per le persone di poter lavorare all'interno degli impianti”.

La cassa integrazione per Acciaierie d’Italia riguarderà il periodo luglio 2024-giugno 2026, il periodo necessario per far ripartire tre altoforni e arrivare a sei milioni di tonnellate di produzione, e non legata a un piano industriale pluriennale. Il commissario straordinario Giancarlo Quaranta ha dichiarato che al momento è in funzione solo l'altoforno 4. Nella seconda parte di ottobre partirà l'altoforno 1, mentre tra fine dicembre e gennaio sarà attivato l’altoforno 2. Una volta che quest'ultimo sarà stabilizzato, verrà fermato l'altoforno 1 per la manutenzione.