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Lunedì 21 novembre sarà sciopero unitario in tutto il gruppo di Acciaierie D’Italia. La decisione è stata presa oggi dai sindacati dopo che la multinazionale ha disertato il tavolo e il confronto con il governo e le organizzazioni dei lavoratori, Ministero per le imprese e il Made in Italy (ex Mise).
"È necessario scioperare per fermare l’agonia del gruppo in Italia e per tornare a negoziare il rilancio del lavoro, la tutela dell’occupazione, le condizioni di salute e sicurezza, il risanamento ambientale e l'innovazione delle produzioni". Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, responsabile nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil
"Si rischia semplicemente di accompagnare il declino e la fermata di tutti gli impianti e di tutti gli stabilimenti, che versano in pessime condizioni per la mancanza di investimenti e di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria - proseguono i dirigenti Fiom -, tanto che alla fine del 2022 saranno prodotte circa 3 milioni di tonnellate di acciaio. Nessuna risposta concreta è arrivata per i lavoratori delle 145 aziende dell’indotto".
I sindacati hanno chiesto al governo di assumere il controllo e la gestione di Acciaierie D’Italia, a partire dall'utilizzo delle risorse già stanziate (un miliardo di euro) per riequilibrare gli assetti societari senza attendere la scadenza del 2024. Il Ministro Urso ha preso l’impegno all’avvio di un percorso di confronto.
"Serve una cabina di regia permanente presso il Ministero per riscontrare la coerenza degli impegni - proseguono De Palma e Venturi -, a partire dalla necessità che l'azienda ritiri i tagli alle imprese dell'indotto, che si riapra la negoziazione del mancato accordo sulla cassa integrazione straordinaria, che si verifichino gli assetti di marcia degli impianti e la loro sicurezza, che si garantisca l'integrazione salariale per i lavoratori in amministrazione straordinaria".