“Sulla vertenza ex Ilva si sono concentrati nel tempo diversi interessi speculativi che ci consegnano il più grande impianto siderurgico europeo in gravi condizioni e 20 mila lavoratrici e lavoratori in situazione di incertezza e difficoltà insieme ai cittadini del territorio”. A dirlo è Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil.

“Confidiamo che la magistratura faccia chiarezza, accerti le responsabilità”, prosegue: “Occorre che il lavoro e l'ambiente tornino a essere interessi centrali rispetto ai profitti. Quanto sta emergendo deve servire da monito per il futuro”.

Scarpa rileva che “prima del 20 febbraio scorso le organizzazioni sindacali, le lavoratrici e i lavoratori hanno lottato per mesi per il cambio della gestione che ha danneggiato Acciaierie d'Italia. Fino anche a chiedere, come previsto dalle normative, la salita del socio pubblico in maggioranza”.

Per l’esponente sindacale “le motivazioni che ci spinsero unitariamente a intraprendere quella lotta era lo stato di solitudine in cui versavano i lavoratori, il degrado industriale e ambientale in cui versava l'azienda. Preso atto della volontà del governo di passare all'amministrazione straordinaria, ribadimmo che uno dei compiti della gestione commissariale avrebbe dovuto essere l'accertamento della malagestione dell'azienda in tutte le sedi”.

Scarpa così conclude: “Il ruolo pubblico nelle attività economiche non può essere solo quello di garantire i finanziamenti, ma anche di promozione industriale e occupazionale, oltre che di controllo dell'operato complessivo finalizzato alla legalità nell'interesse del Paese. Il medesimo compito spettava e spetta anche alla gestione di Ilva in amministrazione straordinaria che deve garantire l’occupazione e la tutela dei salari”.