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“Al 30 novembre le tonnellate di acciaio prodotte sono state 1 milione e 700 mila e rimane un mese di produzione. Dal punto di vista occupazionale, attualmente la cassa integrazione, alla ripartenza dell’altoforno 1, riguarda poco più di 2.300 lavoratori di tutti gli stabilimenti rispetto ai 4.050 previsti dall’accordo di luglio”. A dirlo è Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil, commentando l’incontro che si è tenuto lunedì 9 dicembre a Roma tra i sindacati e la direzione aziendale di Acciaierie d'Italia.
“Nell’incontro abbiamo chiesto di aprire finalmente la discussione anche sull’azienda che verrà, a prescindere da chi sarà il soggetto che l’acquisirà”, prosegue Scarpa: “Per questo è necessario dare un quadro di insieme degli impianti esistenti e quelli futuri, legati al percorso di decarbonizzazione. Questi elementi dovranno essere oggetto di discussione con i commissari straordinari nel prossimo incontro previsto nel mese di gennaio”.
Con l’accordo sindacale sulla cassa integrazione “abbiamo sancito nuove relazioni sindacali, e in applicazione di quell’accordo si è aggiunto un altro tassello con la stipula di un’intesa sullo smart working che potrà essere utilizzata da circa 2 mila lavoratrici e lavoratori”.
Scarpa così conclude: “Non ci sono state date motivazioni ufficiali sul rinvio al 10 gennaio del termine per la presentazione delle offerte vincolanti per la vendita dell’ex Ilva. Riteniamo che lo slittamento dei tempi di aggiudicazione degli impianti ex Ilva dovrà essere garantito da risorse strutturali per gli ulteriori interventi manutentivi e per aumentare la produzione, fino all’assegnazione dell’azienda su cui dovrà esserci un intervento pubblico nel capitale sociale”.