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Per Acciaierie d’Italia si va all'amministrazione straordinaria, nei prossimi giorni saranno nominati i commissari. Lo Stato, dunque, prenderà in carico l'azienda per garantire continuità produttiva e rilancio degli impianti. Questa la decisione del governo riguarda le sorti dell’ex Ilva, comunicate nella serata di ieri (lunedì 19 febbraio) a imprese e sindacati nell’incontro che si è tenuto a Roma, presso la sede di Palazzo Chigi.
All’incontro, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, hanno partecipato i ministri dell'Economia (Giancarlo Giorgetti), delle Imprese (Adolfo Urso), del Lavoro (Marina Elvira Calderone) e degli Affari europei (Raffaele Fitto). Per i sindacati erano presenti i segretari generali di Fiom Cgil (Michele De Palma), Fim Cisl (Roberto Benaglia) e Uilm Uil (Rocco Palombella).
Invitalia (socio pubblico di Acciaierie d’Italia) ha dunque presentato al ministero delle Imprese istanza di amministrazione straordinaria: una misura, ha spiegato il ministro Urso, che “prevale su ogni altra procedura e sarà realizzata nelle prossime ore”. Il ministro ha poi precisato che “la scelta dei commissari ricadrà su figure che abbiano una professionalità e una competenza specifica nel settore siderurgico e una conoscenza diretta degli impianti”.
Nel corso del tavolo l’esecutivo ha anche illustrato i provvedimenti presi a tutela dei lavoratori, a partire dalla cassa integrazione già garantita per tutto il 2024. Ha confermato che il tavolo di confronto rimarrà attivo fino alla conclusione della vicenda dell’ex Ilva. Infine, il governo ha anche informato che il decreto legge “Disposizioni urgenti a tutela dell'indotto delle grandi imprese in stato di insolvenza ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria”, in fase di conversione in Parlamento, è suscettibile di ulteriori miglioramenti per garantire la continuità produttiva e aziendale dell'azienda.
Il commento della Fiom Cgil
“Siamo alla fine dell’era Mittal e a poche ore dalla nomina di un commissario”, ha detto il segretario generale Michele De Palma all’uscita dal vertice con il governo: “Noi abbiamo sempre sostenuto che la situazione era drammatica e che bisognava anticipare i tempi con la salita del pubblico”.
De Palma ha evidenziato che “ora ci sarà una responsabilità del commissario: noi abbiamo chiesto al governo di mantenere il tavolo aperto alla presidenza del Consiglio e di convocare immediatamente un confronto con le organizzazioni sindacali e anche, luogo per luogo, in tutti i siti produttivi, perché ci sono problemi legati alla situazione degli impianti, alle condizioni di salute e sicurezza, alle manutenzioni”.
La Fiom ha anche chiesto al governo di “avviare una modifica, in sede di conversione del decreto, poter garantire non soltanto la continuità aziendale, ma anche la continuità produttiva, che è elemento fondamentale per poter guardare al futuro rispetto ai processi di decarbonizzazione”.
De Palma ha sottolineato che “il governo vuole arrivare rapidamente agli investimenti necessari per la manutenzione”. In questo senso la Fiom ha rimarcato che “i 320 milioni di prestito che saranno posti dal decreto non bastano a poter garantire la continuità produttiva e il rilancio della produzione e della situazione ambientale in tutti gli impianti”.
Altro elemento fondamentale per la Fiom è che “ora bisogna investire sui lavoratori. È inaccettabile pensare che i danni che sono stati fatti al management fino a oggi possono essere pagati dalle lavoratrici e dai lavoratori. Ora le città e i rispettivi impianti devono vedersi ricompensati della fatica che hanno fatto di tenere aperti gli impianti e di aver garantito l’economia e la siderurgia nel nostro Paese”.