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Due giorni consecutivi di sciopero, martedì 27 e mercoledì 28 giugno, per denunciare stipendi non pagati e l’avvio di 25 esuberi. È esplosa la protesta dei lavoratori della Illa di Noceto (Parma), azienda attiva nella produzione e commercializzazione di pentolame in alluminio con rivestimento antiaderente, che sono anche riuniti in presidio ai cancelli dell’azienda.
Forte è, tra i lavoratori, la preoccupazione per il presente e il futuro dello stabilimento. “Il presente – spiega una nota Fiom Cgil provinciale – parla di salari che sono arrivati a singhiozzo nei mesi scorsi e che questo mese non sono arrivati affatto, nonché di grosse difficoltà a interagire coi vertici aziendali che disertano i tavoli di trattativa. Ma anche il futuro è altrettanto nebuloso e avvolto nell’incertezza più totale”.
In questi mesi Negma Group Investment (società d’investimento con sede a Dubai) ha acquisito oltre il 30% delle azioni di Illa, diventandone di fatto il principale azionista. “Non sappiamo se dietro quest’operazione - spiega Vincenzo Parrucchella (Fiom Cgil Parma) - ci sia il reale interesse a sviluppare un progetto industriale che garantisca il futuro ai lavoratori e alle loro famiglie. Fatto sta che proprio mercoledì 28 c’è stato comunicato che per l’azienda c’è un esubero di 25 unità, tra lo stabilimento di Noceto e quello di Brescia, sia nella fascia impiegatizia sia in quella produttiva”.
Ai primi di maggio, grazie al prestito obbligazionario convertibile sottoscritto con Negma Group Investment, Illa ha acquistato il marchio “Aeternum” da Bialetti. Un’acquisizione di ramo d’azienda che è stata letta come la ricerca di un nuovo posizionamento di mercato, dopo aver realizzato per anni in via esclusiva il pentolame di Ikea.
“Non sappiamo se e come queste operazioni impatteranno sul nostro futuro, ma i segnali ci mettono in agitazione”, spiega Elena Daffada (delegata Fiom Cgil): “La riduzione della produzione è evidente: prima si lavorava su tre turni, a volte anche la domenica, adesso a malapena va una linea su cinque. Sicuramente c’è un problema di mercato, in un settore che sappiamo avere delle difficoltà, ma qui sembra mancare proprio la volontà di progettare in modo da garantire un rilancio e un futuro per noi lavoratori”.