PHOTO
Sono 50 i licenziamenti, cui si aggiungono i mancati rinnovi di 29 contratti in somministrazione, annunciati il 10 ottobre scorso dalla Dl Radiators di Moimacco (Udine). Giovedì 12 ottobre i 290 lavoratori dell’azienda di radiatori tubolari, termoarredo e piastre sono scesi in sciopero per otto ore, con presidio davanti alla fabbrica. Lo stop ha visto la partecipazione di oltre il 90 per cento del personale.
In settimana dovrebbe aprirsi, presso la Regione Friuli Venezia Giulia, il tavolo di confronto tra ente territoriale, sindacati (Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil) e la società dello storico gruppo inglese Stelrad (1.300 lavoratori tra Regno Unito, Paesi Bassi, Turchia e Italia), che aveva acquisito nel giugno 2022 la Dl Radiators, fino ad allora di proprietà del gruppo De Longhi.
La decisione è stata motivata, ha spiegato l’azienda, dalla contrazione del mercato di riferimento, che ha provocato a propria volta una flessione dei volumi produttivi (che vanno pari dal -12% dei termoarredo e radiatori elettrici al -53% dei radiatori multicolonna) dello stabilimento friulano. Una flessione che, sempre secondo le previsioni aziendali, dovrebbe continuare fino al 2026. Da qui, l’annuncio degli esuberi.
La posizione dei sindacati
Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil chiedono anzitutto il prolungamento degli ammortizzatori sociali annunciati, appena sei mesi di contratti di solidarietà, trascorsi i quali si procederà agli esuberi. I sei mesi sono giudicati insufficienti per gestire la situazione e verificare l’effettivo andamento del mercato. Le tre sigle, inoltre, sollecitano la presentazione di un piano industriale per il rilancio dello stabilimento.
“È passato solo un anno dall’acquisizione dell’azienda da parte della multinazionale inglese e già viene prospettato un taglio di questa portata”, commenta Fabio Beuzer della Fiom Cgil Udine, rigettando la proposta degli ammortizzatori sociali: “Sono del tutto insufficienti, non possono bastare ad accompagnare una situazione così drammatica”. Beuzer chiede anche di “sapere qual è il destino del sito di Moimacco: vogliamo un progetto industriale chiaro, che ci dia la garanzia per il futuro di questo stabilimento”.