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Qualche significativa novità per i lavoratori atipici, in particolare per quelli in somministrazione, è arrivata dalla conversione in legge del decreto Sostegni: l'indennità una tantum per quanti abbiano avuto un contratto per almeno 30 giorni negli ultimi anni e l'indennità Covid per i lavoratori della sanità. “Si tratta di provvedimenti che sanano due esclusioni più volte denunciate – spiegano in una nota unitaria i sindacati di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp - e che hanno visto lavoratrici e lavoratori mobilitati e impegnati anche in iniziative di sciopero”.
Ma se da un lato viene fatto un passo in avanti nella tutela di coloro che non hanno coperture standard, si lasciano ancora una volta indietro circa 100mila collaboratori, coordinati e continuativi e autonomi occasionali, unica categoria che continua a non beneficiare di un aiuto concreto in questa fase incerta dell'economia e del lavoro. “Rivendichiamo la necessità di garantire al più presto la tutela del reddito e l'accesso alle prestazioni sociali per le centinaia di migliaia di collaboratori della gestione separata dell’Inps – prosegue la nota delle organizzazioni -. Sono lavoratori che seppur con un contratto di lavoro in essere, ma in molti casi sospeso per assenza o calo dell'attività, vivono da mesi una condizione di assenza di reddito e di impossibilità di accesso alla disoccupazione”.
Le richieste dei sindacati non si fermano qui. A fronte di versamenti contributivi ridotti o del tutto assenti a partire dall'inizio del 2020, è necessario tutelare i percorsi di accesso a prestazioni come la malattia o la maternità, consentendo il recupero dei requisiti contributivi ai periodi pre-pandemia. Per lo stesso motivo questa specifica misura di neutralizzazione va estesa anche ai professionisti della gestione separata Inps che hanno subito un'importante contrazione dell'attività in quest'ultimo anno e mezzo.
“Continua a essere incomprensibile l'esclusione dei cococo dalla malattia per i periodi di quarantena Covid – aggiungono -, così come continuano a rimanere esclusi da qualsiasi forma di tutela del reddito i collaboratori occasionali con reddito basso, la platea più numerosa di questa categoria: non hanno versamenti contributivi e quindi accesso alle misure di indennizzo previste”. Anche nel decreto legge Sostegni bis varato in queste ore tali situazioni non sembrano essere considerate. “Chiediamo a governo e Parlamento che, anche in questi casi, si operi per rimediare con misure concrete a tutte le problematiche – concludono Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp -. Valuteranno le iniziative da attuare a sostegno di queste richieste”.