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“Il ministero dell’Interno ha reso pubblici i contenuti del decreto che procederà a ripartire il taglio alle spese di Comuni e Province previsto dalla legge di Bilancio 2024: 250 milioni annui per gli anni 2024-2028, di cui 50 in capo alle Province e alle Città metropolitane e 200 in capo ai Comuni. Si tratta dell’ennesimo tentativo di riversare sulle amministrazioni locali le politiche di austerity che hanno fortemente contribuito al declino economico dell’Italia e che hanno fatto precipitare gli enti locali in una crisi sempre più drammatica, fatta soprattutto di riduzioni di personale e taglio dei servizi. Penalizzando, con ciò, lavoratori e cittadini”. Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“Inoltre – si legge ancora - i criteri scelti per ripartire il taglio appaiono fortemente inadeguati: il riferimento al livello di risorse Pnrr, di cui gli enti sono destinatari, genera un paradosso per cui quanto più ho realizzato in base a queste risorse tanto meno risorse avrò a disposizione per gestirle”.
“Invece, il riferimento alla spesa corrente, che è per parte importante fatta di spesa di personale - evidenzia Fp Cgil - contribuirà ad alimentare una tendenza per cui il taglio alle spese di personale ha fatto del comparto delle funzioni locali non solo quello che ha perso in assoluto più personale negli ultimi 10 anni, ma è anche il meno attrattivo tra quelli di tutte le pubbliche amministrazioni. I concorsi vedono pochissimi partecipanti e vincitori che si dimettono dopo pochi mesi per passare ad altre pubbliche amministrazioni o nel settore privato. E l’aver escluso dalle spese correnti e dalle risorse Pnrr le spese destinate a diritti sociali, politiche sociali e alla famiglia non riduce la portata negativa di questi tagli”.
Secondo il sindacato, “si ingenerano così effetti paradossali con Comuni di minori dimensioni demografiche chiamati a contribuire, in proporzione, più di Comuni con maggiori dimensioni, ma con una quota di assegnazione di risorse Pnrr più bassa. Questi tagli debbono cessare a partire dalla prossima legge di bilancio, ed anzi bisogna al più presto tornare ad investire in risorse, professionalità, diritti”.