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Presidio e volantinaggio questa mattina davanti alla raffineria Eni di Stagno, a Livorno. A darne notizia con un comunicato la Fiom provinciale. L’iniziativa per accendere i riflettori sulle prospettive future dei lavoratori dell'indotto. Si guarda con apprensione al prossimo luglio, quando scadranno gli appalti delle ditte che si occupano di manutenzioni metalmeccaniche all'interno della raffineria: otto le aziende coinvolte nei cambi d'appalto, per un totale di 400 lavoratori.
“A Eni – scrive Mauro Macelloni, della segreteria delle tute blu Cgil di Livorno – chiediamo di investire al fine di garantire l'occupazione diretta ma anche di confermare risorse economiche adeguate per mantenere i livelli occupazionali dell'indotto. Chiediamo garanzie concrete: la situazione è già molto critica adesso, Livorno non può permettersi di perdere altri posti di lavoro. Riteniamo pertanto fondamentale coinvolgere istituzioni locali, Regione, Confindustria e Eni al fine di arrivare alla stipula di un accordo quadro che abbia come obiettivo la tutela dei lavoratori in caso di cambio d'appalto”.
Per il sindacalista serve una “clausola sociale” che permetta a tutti i lavoratori dell'indotto di mantenere il loro posto anche in caso di cambio d'appalto. L'accordo servirebbe a tutelare non solo i 400 addetti dell'indotto metalmeccanico, ma anche i circa 200 che orbitano all'interno della raffineria in ditte del settore edile, chimico e del commercio.
“Chiediamo poi un confronto serio e approfondito riguardo le recenti notizie sui piani dell'Eni relative alle prospettive future dello stabilimento. Sentiamo parlare di vari progetti sul tavolo: per la Fiom è fondamentale che il saldo occupazionale di qualsiasi operazione sia positivo o al massimo pari a zero. Come rappresentanti dei lavoratori dell'indotto chiediamo di poter partecipare ai tavoli di discussione: riteniamo infatti fondamentale che per l'esecuzione di eventuali lavori necessari all'ammodernamento dello stabilimento vengano utilizzate ditte e manodopera locali. Nel caso fossero necessarie nuove professionalità chiediamo alla Regione di mettere in campo tutti gli sforzi possibili per garantire ai lavoratori dell'indotto un'adeguata formazione”.