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La transizione dal mercato tutelato al mercato libero nei settori energetici mette a rischio migliaia di posti di lavoro nei comparti di assistenza ai clienti delle imprese. Sono i sindacati di settore Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil a lanciare l'allarme, e chiedono un incontro urgente al Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit) per garantire l’applicazione della clausola sociale e del Ccnl Telecomunicazioni a salvaguardia dell’occupazione.
La richiesta - scrivono i sindacati in una nota unitaria - si è resa necessaria "a seguito della pubblicazione del Decreto Lavoro in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 luglio che, tra le diverse misure, sancisce l’approvazione dell'art.36 Ter". Nel confronto col ministero le organizzazioni chiedono quindi di affrontare "l’imminente scadenza delle commesse energetiche del mercato tutelato che contano migliaia di lavoratrici e lavoratori oggi impiegati nei differenti contact center aggiudicatari, in appalto, per le attività di gestione della clientela".
"Per salvaguardare la piena occupazione in un contesto di graduale transizione - spiegano i sindacati - è fondamentale comprendere la funzionalità e i meccanismi del dispositivo di recente introduzione che impone l’applicazione della clausola sociale, in coerenza con quanto previsto dal Ccnl delle Telecomunicazioni e dalla legge 11/2016".
"L’incontro, pertanto a carattere di urgenza, è stato richiesto per individuare soluzioni preventive che stabiliscano, attraverso il coinvolgimento diretto delle committenze, una corretta introduzione nelle procedure competitive di gara di misure specifiche, quali il mantenimento dei perimetri occupazionali, della territorialità, dei diritti e del salario acquisiti in anni di esperienza. La clausola sociale richiamata dal contratto all’art.53 bis, nonché l’applicazione del CCNL delle Telecomunicazioni, sono i due strumenti fondamentali per evitare perdite occupazionali, di salario e di diritti", prosegue la nota.
"Nel contesto di mercato del Crm-Bpo, caratterizzato da instabilità e gare al massimo ribasso, una ulteriore transizione non accompagnata né assistita dal confronto preventivo tra organizzazioni sindacali, committenze e istituzioni potrebbe generare impatti preoccupanti sull’occupazione", affermano Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil.
"Nella gestione di questa fase complicata - concludono - il faro dell’azione istituzionale dev’essere scongiurare qualsiasi possibilità di dumping nei confronti di migliaia di lavoratrici e lavoratori operanti nell’assistenza clienti del mercato energetico tutelato".