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"Mentre impazza una campagna elettorale dove la gli schieramenti politici si sfidano rilanciando promesse più o meno credibili, nelle fabbriche del nostro territorio serpeggia una inquietudine rispetto alle condizioni in cui ci troveremo già da settembre a causa dell’impennata dei costi energetici". A lanciare l'allarme è Nicola Atalmi, segretario generale Slc Cgil Veneto.
Le fabbriche del settore della carta, stampa grafica e degli imballaggi, particolarmente energivori, rischiano di doversi fermare perché i costi dell’energia arriveranno a portare in perdita la produzione. "In questi giorni - spiega il sindacalista - stiamo raccogliendo segnali molto preoccupanti da aziende importanti e solide che si trovano nella situazione paradossale di avere tanti ordini e necessità di produrre ma non sanno se da settembre il costo dell’energia sarà sostenibile".
Si tratta di una filiera che produce 22 miliardi di euro in Italia (l'1,4% del Pil), porta in positivo il nostro export per 3,5 miliardi di euro. Il Veneto è una delle regioni più importanti con oltre 27.000 addetti con alcune delle aziende e gruppi leader a livello nazionale come Burgo, Progest, Smurfit Kappa, Fedrigoni, Favini, Grafica Veneta oltre a importanti realtà locali sia nel campo della produzione di carta, aziende grafiche e di imballaggi. In questo settore il costo dell’energia incide per il 30% e già in un anno il prezzo del gas è quadruplicato passando da 30euro/mwh a 120euro/mwh e a settembre si prevede possa superare i 200euro/mwh.
Per questo si annunciano fermate produttive mentre l’aumento dei costi energetici falcidierà l’EBITDA (indicatore di redditività) cui è legata gran parte della contrattazione aziendale e dei premi di risultato, tagliando nettamente la retribuzione dei dipendenti già quest’anno ed ancor di più il prossimo.
Secondo Atalmi "nelle fabbriche si comincia addirittura parlare di cassa integrazione ed è paradossale visto che gli ordinativi non mancano ed infatti una circolare dell’Inps di questi giorni apre uno spiraglio all’utilizzo della cassa in alcuni casi anche per l’aumento dei costi energetici per le aziende energivore. Ma anche così non si risolverebbe in realtà il paradosso di un essere in una condizione in cui ci sono ordinativi importanti, ma saremmo costretti a fermare la produzione e lasciare a casa lavoratrici e lavoratori".
Come già denunciato a marzo da Slc Cgil Veneto nella tavola rotonda pubblica Il caro energia contro la ripresa produttiva è del tutto evidente "che non trattandosi di una crisi passeggera serve che le aziende investano in risparmio energetico, fonti rinnovabili e diversificazione per rimanere nel mercato". "A preoccupare - conclude il segretario generale Slc Cgil Veneto - di più infine c’è il fatto che questa tempesta perfetta accadrà proprio in un momento in cui la politica sarà in campagna elettorale, il governo Draghi dimissionario e il prossimo governo che non entrerà nel pieno delle funzioni prima di novembre. Potrebbe essere troppo tardi".