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Si incrociano le braccia martedì 19 marzo: è scipero per i lavoratori della centrale Enel “La Casella” di Castelsangiovanni (Piacenza), indetto dai sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec.
Saranno oltre 70 i lavoratori interessati dalla mobilitazione che rappresenta la “coda” di proteste che si sono sviluppate in queste settimane a partire dall’apertura dello stato di agitazione di fine febbraio e dallo sciopero dell’8 marzo: “Una giornata storica per il settore elettrico per una protesta che ha toccato percentuali mai registrate prima: ogni area aziendale ha aumentato le percentuali di sciopero rispetto al passato. Le aree operative hanno praticamente ottenuto quasi dappertutto il 100%”, spiegano i sindacati.
Con presidio davanti ai cancelli della centrale di Castelsangiovanni, uno dei momenti più difficili delle proteste perché questo genere di iniziative vanno comunicate e concordate con largo anticipo: lo sciopero alla centrale di Castello farà fermare per l’intera giornata i gruppi a ciclo combinato che producono energia termoelettrica con l’acqua del Po. La centrale castellana garantisce un servizio strategico per il Paese.
Tra i motivi che hanno portato alla mobilitazione alla centrale di Castello c’è il tema del personale sotto organico. Poco meno di 80 persone sarebbe l’organico previsto sulla carta mentre sono solo 70 i dipendenti in forze a La Casella. “Da anni la centrale è sotto-organico e, nonostante a livello locale avessimo concordato un percorso graduale di assunzioni, l’ultimo management nazionale ha azzerato tutto, con il risultato che ci ritroviamo punto e a capo con le stesse identiche problematiche di prima”, denunciano Filctem, Flaei e Uiltec Piacenza.
Anche le massicce esternalizzazioni tra i motivi della protesta, ossia incarichi affidati a ditte esterne anziché aumentare l’organico della centrale. “L’azienda, anche in materia di sicurezza, fa grande uso delle ditte esterne con conseguente perdita di competenze che invece andrebbero tenute in azienda, soprattutto in un’azienda come Enel”.
I lavoratori denunciano anche un “continuo calo di investimenti e un deterioramento delle relazioni industriali con l’attuale management nazionale che sta portando avanti relazioni non improntate al dialogo e alla risoluzione dei problemi”.